YU DOLCE AMICA MIA
La piccola Yu è arrivata in Italia il 5 Febbraio 1985.
Sono passati 35 anni.
Il fenomeno delle Idol giapponesi stava per invadere la nostra penisola, ma non avrebbe lasciato una traccia indelebile.
Creamy diventò un mito, mentre il mito delle Idol non fu mai cavalcato.
Vuoi che all’epoca il Giappone era ancora un luogo esotico e poco turistico, vuoi che l’allora responsabile del palinsesto televisivo di Mediaset tendeva a italianizzare tutto trasformando ogni anime in un prodotto nostrano e a volte pecoreccio.
Non a caso la mamma di Yu si chiamava Candida, che ricorda più un’infezione dell’apparato genitale piuttosto che un genitore angelico e amante del focolare domestico.
Yu è stata una delle poche a vedere l’Arca della Stella Piumata, che vagava nei cieli di Tokyo in cerca della via di casa.
Per anni ho passato le mie giornate con il naso all’insù sperando di incontrare Pino Pino, il famoso custode della magia di Creamy, ma nulla, da quella specie di alieno spocchioso manco una cartolina.
Sto scrivendo a braccio, voglio vedere se la mia memoria non fa cilecca.
A scuola le mie compagne volevano essere tutte Creamy, si litigavano la bacchetta di carta che io avevo costruito e la loro anima incominciava a sporcarsi. Sì, perché erano gelose l’una dell’altra.
Aspettavano che io scegliessi la fortunata che si sarebbe potuta trasformare con la semplice formula “pampulu-
E gli altri?
Al cicciottello della classe veniva affibbiato il personaggio di Midori, che era l’amico “burroso” di Toshio che era l’amico di Yu che era Creamy sotto mentite spoglie.
Duenote Ayase, l’antagonista acrimoniosa di Creamy, non voleva interpretarla nessuno, perché sembrava una signora, cantava sempre la stessa canzone e si vestiva pure di merda.
Si faceva avanti la più introversa, pensando che così avrebbe trovato più consensi.
Ma lei non capiva l’importanza di essere Creamy. Era solo contenta di far parte di un gruppo.
Durante l’intervallo ci scambiavamo le figurine dell’Album, c’imbarazzavamo davanti a quelle del primo bacio fra Creamy e Toshio e poi iniziava il casting per assegnare i ruoli, che durava pochissimi minuti
Quello dell’assistente del manager di Creamy era sempre vagante, un omino bruttino e sottomesso che di nome faceva Kidokoro. Che nome è Kidokoro? Sembra un venditore di polli allo spiedo.
Nessuno e dico a nessuno piaceva Jingle Pentagramma, il talent scout che scoprì Creamy mentre cantava in una piscina vestita da caramella Ambrosoli.
Fra le candidate alle parti c’era Patrizia, che aveva l’insegnate di sostegno e nessuno se la cagava, Loredana che amava gli animali, ma non aveva il fisico adatto per nessun personaggio e infine Chiaretta, talmente bassa che a lei toccava quello della delle mascotte di Creamy: il gatto Posi.
Invece di un momento ludico avevo creato un disastro. La ricreazione assomigliava a un contest fra bulle, dove le “serpi in seno” lasciavano le mammelle per mordere direttamente alla giugulare.
Tutte mi guardavano bramose. A chi avrei consegnato la bacchetta?
E così fino all’esame di quinta elementare non riuscì mai a decidermi.
Yu Morisawa era gelosa del suo alter ego, ma non poteva farne a meno perché l’amore infinito dei fan era come una droga.
Forse io mi sentivo così. Avevo in mano una bacchetta di carta che poteva incantare tutta la classe, maschi inclusi.
Toshio era innamorato di Creamy, Yu di Toshio e io di Chiara.
Una volta in segreto scrissi a Chiara: “Vuoi fare Lady Oscar? Perché lei si bacia con Andrè, mentre Yu e Toshio non fanno mai niente”
Beh accettò!
Tanti anni fa scrissi un post su un evento dedicato al compleanno di Creamy, un evento imbarazzante dove personaggi grotteschi sfilavano sotto i miei occhi.
QUI il post in-Creamy-nato.
Sono stato sicuramente poco carino con le Cosplayer che cercavano attenzioni dai partecipanti. Le ho sbeffeggiate per il modo disarmonico con cui vestivano i panni del loro personaggio preferito.
Non l’avessi mai fatto. Mi hanno accusato di essere maschilista, stronzo e volgare.
Hanno preso la mia faccia e l’hanno pubblicata su una pagina Facebook e da lì pioggia di merda.
QUI la mia shit-storm.
Mi sono molto divertito, perché ho capito che fra questi permalosi amanti del travestimento esistono veramente dei cobra, che a confronto i miei compagni di classe erano cuccioli di cocorite.
Recentemente questo post ha ricevuto un nuovo commento.
I cartoni animati mi hanno insegnato il significato della parola “Fine”, ad andare avanti nella vita, ma soprattutto a costruire un ponte fra me e gli altri.
Non vi dirò il nome di questo simpatico commentatore che usa un linguaggio da Bar Sport, ma posso rivelarvi che gestisce una pagina dedicata a Creamy, che alle ultime regionali ha votato il partito della Meloni, ma soprattutto che è un padre di famiglia vagamente omofobo.
Se la nota cantante dai capelli viola fosse stata sua amica avrebbe sicuramente cacciato dal Giappone l’alieno Pino Pino e poi sequestrato e affondato l’Arca della Stella Piumata.
Il Portinaio
Un commento
MikiMoz
Mito come sempre, dissacrante ma lucido tra ricordi e quel che davvero è.
Spesso penso che abbiamo perso i sogni, ma anche forse che sin da piccoli non c’è mai stato tempo per sognare: era tempo solo di essere.
E Creamy non era che una scusa, che si fa cosplay.
Meglio Pentagramma, mi sa.
Moz-