UNA VOLTA C’ERANO PIU’ STEGOSAURI (Long Version)
Milano 6 Novembre 09
“Nonno cosa stai facendo?”
“ Chiudo la finestra”
“ Guarda che sei a letto”
“ Non dire bugie, non mi fido di te!”
Alla fine ho dovuto cedere e fare finta di chiudere la finestra.
Ho passato tutta la notte a parlare con mio nonno dei suoi ricordi, che nella sua testa, affiorano come fuochi d’artificio.
Sono colorate e bizzarre storie di guerra nel mare Egeo.
Romantiche favole d’amore o precise tecniche di edilizia.
Mio nonno mischia tutto questo.
La sua età non gli permette di essere razionale ma io sto al gioco e mi diverto con lui.
“ Silvano prendimi l’acqua!”
“ Nonno io non mi chiamo Silvano!”
E giù ad infierire, imprecando e urlando a più non posso.
Ma ho scoperto il segreto per calmarlo.
Fare finta di essere un suo ricordo.
“ Sono il Generale Hagen e sono venuto qui a prelevarla, s’identifichi!!”
“ Sono Vincenzo e ho 95 anni!”
“Impossibile siamo nel 1945 e lei è un soldato di guerra”
L’infermiera accende la luce e tutto svanisce.
E’ ora della medicina.
Mio nonno però è un uomo che vive ormai nei sogni e ci mete un attimo a riportarmi nella sua fantasia.
“ Vedi questo è il carcere dove staremo, ma tranquillo stanotte tenteremo la fuga!”
“ Fa un po’ freddo qui nonno”
“ Per riscaldarci faremo la gara delle zecche”
“ E cos’è?”
“ Staccatene una dal petto e insieme alla mia le facciamo correre, la prima che arriva dall’altra parte della stanza vince una coperta in più”
Mi ricordo che da bambino mi faceva sempre spaventare con le sue storie, che non erano certo favole a lieto fine.
Ma questa notte ho scoperto perché è sempre stato così sordo.
“ Vieni andiamo via, fuggiamo! La strada è libera!”
Finalmente riusciamo ad evadere dalla prigione e nonostante le distanze, in due minuti finiamo in Croazia.
“ Nonno due minuti fa eravamo a Berlino, com’è possibile?”
“ No siamo a Zagabria! Zitto, ho appuntamento con un uomo stasera, ci nasconderà nel suo fienile”
Non c’è mai tregua, per tutta la sua vita non ha fatto altro che correre, fare e disfare!
“ Senti sei proprio sicuro che non sia una spia il tuo amico?”
“ Tu sei un fesso, possibile che non ti fidi di nessuno”
“ E poi ho paura a passare in quel campo, magari ci sono delle mine”
Neanche il tempo di terminare la frase e un uomo mi spinge da dietro facendomi cadere!
Sento un esplosione e la terra piove dal cielo sporcandomi.
C’è fumo e non vedo più nessuno.
Dopo qualche istante, dopo che tutto sembrava ovattato, sento una voce in lontananza che mi chiama!
Mi avvicino e vedo la sagoma di mio nonno a terra, che si lamenta.
Al suo fianco c’è un uomo che lo tiene fermo.
“ Sei ferito?”
“ Stai tranquillo nipote, ci vuole più di una mina per farmi fuori, mi fa male solo un po’ l’orecchio”
“ Le tue non sono orecchi ma delle antenne paraboliche, sono grossissime!”
“ Come osi offendermi, ricordati che ti ho fatto fuggire io”
“ Veramente me l’aveva detto la nonna che quando eri giovane ti prendevano in giro per i tuoi orecchi”
“ Tua nonna? Mi sono dimenticato di sposarla”
“ Siamo in Croazia, stiamo fuggendo da un carcere e tu pensi a queste cose? Salviamo prima la pelle e poi…”
“ Sciocco e ingrato! Vieni con me, se non incontro tua nonna stasera qualcuno me la porterà via”
“ Ma chi è il signore al tuo fianco?”
“ Questo è un segreto, non dirlo a nessuno ma vedi lui è…”
Si accende la luce nella stanza e il dialogo fra noi si blocca!
L’infermiera deve cambiare la flebo al compagno di stanza di mio nonno.
“ Stai attento nipote quello mi ha fregato i soldi”
“ Stai tranquillo ci sono qua io a difendere il tesoro”
“ Bravo nascondi tutto sotto l’albero”
“ Albero?”
L’infermiera sorride ed esce dalla stanza, mi domanda se ho bisogno di una coperta, io le faccio cenno di non preoccuparsi.
Non faccio che pensare a chi fosse quell’uomo, quale segreto mi voleva svelare mio nonno?
Posso provare a riattivarlo.
“ Allora torniamo in Croazia?”
“ No vieni con me, devo cucinare, t’insegnerò a fare gli involtini di carne”
Io che sono una frana in cucina, provo ad ascoltare.
Da quanto ho capito bisogna prendere delle fettine di vitello, cipolla, salvia, rosmarino e uno spicchio d’aglio!
“ Ti dimentichi il vino! E anche lo spago! Come fai a legarli dopo?”
“ Nonno io non so la differenza fra sale grosso e sale fino, figurati legare delle lonze di maiale!”
“ Vitello non maiale!”
Devo riportarlo da qualche altra parte, la versione cuoco lo rende irascibile.
Memorabili erano le litigate con mia nonna in cucina per chi sapeva fare meglio il sugo.
“ Potremmo tornare al tuo paese nonno?”
“ Oggi proprio no! Devo andare al cimitero, devo finire di costruire la piccola chiesa che c’è al suo interno!”
“ Dai che luogo lugubre, non possiamo andare da un’altra parte?”
“ Il lavoro è lavoro! Sfaticato! Lo sai come si fa una gettata di cemento?
“ Certo! Prendi un po’ di farina, due uova e dello zucchero…”
“ Stupido, se continui così non farai mai carriera!”
“ Ma io non voglio fare il muratore”
“Impara un mestiere, sennò tra qualche anno la gente ti ruberà il lavoro! Io ho costruito più case che tutti gli architetti del mondo!”
E’ inutile, non riesco a dirigerlo dove voglio.
I suoi pensieri si fanno sempre più confusi e io rimango con il suo vaso di Pandora chiuso.
C’è silenzio nella stanza, si sentono solo respiri.
Gli occhi iniziano a chiudersi.
“ Ehi sveglia”
“ Dimmi nonno tutto bene?
“ Ti devo dire una cosa, avvicinati”
Finalmente! Mi vorrà dire il segreto.
Non vedo l’ora di conoscere queste storia! Anche la mia famiglia ha degli scheletri nell’armadio.
Secondo me quell’uomo potrebbe essere..,
“ Allora ti avvicini o no?”
“ Scusa stavo pensando ad una cosa, cosa vuoi dirmi?”
“ Mi porti in bagno?”
No! E io che volevo ricamarci sopra, magari ricattando qualche familiare con lettere anonime o vendere la storia a qualche giornale.
Sono proprio un nipote svergognato.
“ Ti aiuto ad alzarti, sicuro che non vuoi dirmi altro?”
Mentre sorreggo mio nonno vedo la sua schiena curvarsi.
Una curva piena di ricordi, per ogni vertebra una storia.
Chissà in quale è custodita il suo segreto?
Gabry
5 commenti
Morfeonauta
Silvano, lui è il mio preferito! adoro.
Gloria
va bè, direi che sei un assente giustificatissimo…probabilmente l’inaugurazione non ti avrebbe permesso di creare queste righe…ti adoro.
gloria
Silvia
Grazie Portinaio…
Marco
Questa è una storia bellissima, mi è assalita una malinconia … la vita hem ………….
Sei grande PORTINAIO a farmi provare queste belle sensazioni.
elena
Nonno sei un Grande…..