SONO STATO IO (anche a bloccare Mario Adinolfi)
Sono tornato sano e salvo.
Qualche giorno fa il mio blog è caduto in un limbo. Improvvisamente tutto era off line, mia madre gioiva sul balcone sventolando il reggiseno (tra l’altro grande come una bandiera) e io piangevo in un angolo più o meno così:
Anzi no! La mia reazione è stata questa:
Poi è arrivato il mio webmaster e mi ha detto: “Scusa sono stato io”
Per errore ha schiacciato un pulsante del suo computer e il Portinaio si è spento. Abbiamo passato giorni a recuperare post e commenti, immagini e filmati. E dopo smanettamenti degni di un onanista il blog è risorto. (Ora però siamo ciechi!)
Da bambino tutte le volte che succedeva un guaio davano la colpa a me.
Quegli stronzetti dei miei cugini combinavano disastri a non finire, ma siccome ero il più piccolo prendevo sempre gli sgridi.
Non ero stato io ad alzare il riscaldamento a 42° il giorno di Natale e a mandare in sincope lo zio malato di cuore e nemmeno io ero stato a scrivere la lettera piena di parolacce indirizzata alla vicina di casa di mia nonna.
Ma nessuno mi credeva. Quella merdaccia di mio cugino aveva preso carta e penna e iniziato a compilare una lista piena d’insulti volgari e dozzinali.
Io ero di un altro spessore. Se avesse lasciato a me il compito di elaborare l’epistola avrei sicuramente messo nero su bianco il fatto che ci provava con mio nonno, che lavava i vetri in maniera approssimativa, che vestiva male e che la sua dote stesa sul balcone faceva schifo la merda.
Però hanno mandato me ad imbucarla. E mi hanno visto.
Non ero stato io.
Sono stato io invece a liberare il cane Dobermann del signor Cucchetti dalla catena che lo imprigionava, ma non l’ho detto a nessuno quando ho scoperto che era morto travolto da un camion.
Sono stato io durante il saggio di danza di mia cugina a illuminarla con l’occhio di bue scegliendo un filtro magenta solo per farla sembrare un’ustionata di secondo grado.
E sono stato io a mettere la carne per il cane sotto le verdure della pizza di mia madre. Questo però gliel’ho detto dopo una settimana e lei è corsa a vomitare in bagno e poi mi ha bruciato tutta la collezione delle figurine Panini del WWF.
Sono stato io ieri a bloccare Mario Adinolfi. Sono stato anche io.
L’ho fatto per punire il suo grafico che gli ha disegnato un simbolo imbarazzante e poi le cromie mi offendono gli occhi e m’irritano la pelle.
Ma ho seguito le regole, mentre lui ha sbagliato.
Sul suo profilo personale al posto della foto ha messo il simbolo del suo partito, identificando se stesso con la sua organizzazione. La mia soffiata ha mandato in bestia l’algoritmo del social network che l’ha oscurato.
Sicuramente qualcun altro l’avrà segnalato perchè “Incita all’odio” “Finge di essere me o qualcuno che conosco” o “Mi ha rubato la merendina”. Sta di fatto che dopo pochi minuti Facebook mi ha mandato la notifica dell’avvenuta rimozione dell’immagine del partito. Ma è successo di più. Al povero Adinolfi hanno bloccato per X giorni anche l’account. Ora non può più scrivere e nemmeno chattare su Messenger.
Sai che c’è Mario? Un po’ te lo meriti. Io non faccio parte di nessuna associazione LGBT, non sono iscritto a nessun partito, ho giusto la tessera dell’Esselunga e della Feltrinelli. Mettiamola così ti ho dato una vacanza dai brutti commenti che ricevi.
E poi basta, passi la tua giornata a combattere contro il Gender, manco fosse un tuo parente pronto a portarti via l’eredità, litighi con Carmen Russo solo perchè ha partorito a 50 anni e monitorizzi la rete cercando notizie pruriginose gay friendly.
E poi vuoi una famiglia tradizionale.
E allora daccela.
Smettila di starnazzare su fantomatiche storie che raccontano di pinguini che giocano alla cavallina e farfalle che vogliono diventare benzinai, occupati delle maestre d’asilo che corcano di botte i bambini, organizza corsi di gastronomia veloce come fa la Parodi, per mariti e mogli che tornano a casa tardi da lavoro, prometti pannolini gratis per tutti, battiti per vedere la Pimpa in prima serata su Rai Uno e trova un modo per far durare il basilico più di una stagione, ma piantala di accanirti contro gli omosessuali che tanto in Paradiso ci vai comunque.
Io ti guardo quando vai in tv e ti leggo sui social. Il tuo giochino di non rispondere alle provocazioni è degno di un leader, ma anche di una diva. Non c’è confronto con te. Quindi è giusto che tu sia stato bloccato. Perchè tu sei il tuo partito, quindi inciti all’odio.
Sono stato io a segnalarti, perchè sono stanco di sentire i miei parenti ripetere che la famiglia in natura è formata da un padre e una madre.
In natura i cani si accoppiano con i figli, i criceti se li mangiano, le gatte li abbandonano e le lumache cambiano persino sesso.
Dimmi la verità, cosa ti preoccupa? Che domani, per colpa degli Lgbt, la razza umana si estingua? Suvvia tra 60 anni io e te saremo becchime per pappagallini transgenici.
E poi non prendertela con Facebook, anche i social hanno una loro cultura estetica. Il tuo simbolo è demodè, sembra l’insegna di un negozio per bambini, dove la mamma è disegnata grassa e senza fianchi e il padre non ha il pacco.
Anche a me sta a cuore la famiglia e per questo ho fondato un movimento.
Si chiama Viola mangiare, bere e non andare a scuola.
Ecco i punti principali dello statuto:
1: Baby sitter gratis per chi ha più di due figli scalmanati
2: Nonna a domicilio per bambini che vogliono fare il cazzo che gli pare
3: 7×8 fa 56, ma anche 64 per i genitori senza un titolo di studio
4: Ciuccio consentito fino all’eta di 16 anni
5: Costruzione di un tempio per i devoti di Cristina D’Avena
6: Messa al bando della Kinder Brios
7: Soppressione del detto “Pasqua con chi vuoi”
8: Obbligo del regalo di Natale fra i parenti fino al 4°
9: Sì al crocefisso in classe, però insieme a una foto di Belen
10: Tessera raccolta punti se il papà va a mignotte
Siccome ti ho dedicato troppo tempo, chiudo qui questa polemica i cui esiti sono andati ben oltre la mia immaginzione: ho scoperto che Facebook ha tendenze dell’altra sponda,
che ai tuoi sostenitori piace il re del Gender
ma soprattutto di soffrire di una specifica forma di simbolofobia.
Ora mi prendo il mio quarto d’ora di celebrità e fiero di quello che ho fatto te lo dico: mi è bastato un dito per farti stare zitto!
Il Portinaio
La vignetta in apertura è di Emilio Pilliu.
2 commenti
webmaster
Scusa, ma non è stato un errore, volevo vedere le tette di tua madre
Portinaio
Ti mando una foto in segreto x 10 Euro! 😛