ROMANZA (La vita è una sola)
E’ stata una settimana intensa, tanti avvenimenti e questo pensiero: “Devo scriverlo sul blog…”
Poi però accade che ogni avvenimento si sovrappone all’altro e arrivi alla sera stanco morto, che non riesci neanche a cliccare “apri con Vlc” per vedere magari una delle ultime puntate delle tue serie preferite.
In questo periodo sto guardando:
Once Upon a time 2° stagione che ormai sembra un’orgia di favole messe a caso
American Horror story 2° stagione con una intensa Jessica Lange
Revolution che racconta come l’umanità sia sopravvissuta senza elettricità, ma con le attrici sempre fresche di piega e truccate,
Walking dead 3° stagione Che ritornerà a Febbraio…quindi mi sto riguardando gli episodi precedeneti e leggendo il fumetto
“Arrivo domani alle 6:45”
A grande sorpresa è tornata in Italia Mia san, il mio primo storico contatto col Giappone.
Forse l’amica straniera più cara che ho, togliendo i miei parenti del sud! 😛
Io e Mia san ci conosciamo ormai da quasi 13 anni.
Mediamente Mia viene in Italia due volte all’anno, anche solo per tre giorni.
Appena atterrata le ho subito chiesto:
“Hai votato Abe?”
“No”
“Vorresti che le isole Senkaku diventassero giapponesi?”
“No”
“Odi i cinesi?”
…Pausa di riflessione.
I giapponesi fanno fatica ad esprimere un sentimento di avversione e disprezzo. Mia san poi che è una dolce ragazza ancora meno.
Ma dentro di me ho sempre il sospetto che se i nipponici fossero un po’ più liberi dai loro schemi mentali forse sarebbero più cattivi…va la meglio così!
Mia san mi ha portato doni dal Sollevante:
– Una saponetta rossa che frigge nell’acqua e trasforma la vasca in una scena di Psycho.
– Sali da bagno al profumo di sakura
– Salsa teriyaki
– Patatine al profumo di gamberi
– Patatine al profumo di calamari
– Patatine al profumo di patatina
– Lei!!!!!
– Alghe nori piccanti da mangiare come e fossero post it
La macchina dell’ospitalità si è subito attivata e mia mamma si è adoperata per cucinarle lasagne per 19 persone.
Mia san ha mangiato talmente tanto che nella classica gita culinaria all’Esselunga è stata male.
Pensavo sboccasse alla cassa!
Il che sarebbe stato curioso visto che non ho mai visto un giapponese vomitare e mi piacerebbe vedere se rimettono solo sakura, al profumo di sakura o color sakura.
Ma tutto questo non è successo.
Secondo Mia san il caso Fukushima è stato un po’ insabbiato, ma lei non si preoccupa più di tanto, perchè tra vent’anni quando i giapponesi avranno tre teste e saranno pelati, lei sarà già vecchia o magari fra le braccia della Dea Pollon.
Il tempo è stato tiranno, fra nevischiate e pioggia, siamo riusciti solo andare in centro a fare shopping, all’Esselunga, in Pizzeria, all’Esselunga, nella nuova piazza di Milano Gae Aulenti e all’Esselunga.
E’ stato tutto molto veloce e mi rattristava sapere che sarebbe durato solo tre giorni.
Mia san ormai è di casa e la sua voglia di rimanere qui è sempre più forte.
Non so da cosa sia attratta, ma credo dall’Esselunga, dalla Ferrari ma soprattutto dalla mia contagiosa simpatia e allegria (sembro la pubblicità di un centro di clown per disadattati).
Ho scoperto che Mia san non ha una grande coscienza “bio“, ma vai a sapere se i giappo ce l’hanno.
Al supermercato a Tokyo vedevo solo cibi sintetici dai gusti opinabili e con date di scadenza millenarie.
Abbiamo parlato di politica, perchè volevo capire lo stato attuale del Giappone, abbiamo ripassato il passato remoto (nel senso che l’ho imparato io), studiato giapponese e ho pure ricevuto in omaggio un pacchetto di fazzoletti che pubblicizzava un locale di Host (accompagnatori maschi di dubbia sessualità).
Ancora non ho capito se questi instabili ragazzini dalla chioma elettrica siano veramente delle geishe al maschile in versione post atomica.
“Loro ballano, cantano e versano da bere”
“E il sesso?”
“No!!!! Loro non fanno!”
“Ahahahahahah seeeeeeeee”
Forse se mi tagliassi i baffi e mi facessi crescere i capelli, potrei anch’io offrire da bere a donne giapponesi attempate pronte solo a ricevere complimenti.
“Konnichiwa bella signora giapponese la sua dentatura mi ricorda il sorriso di un Piranha”
E via 30000 Yen
“Anzi Uun Piranha in 3D”
E via altro 30000 Yen.
D’altronde cosa non si fa per sopravvivere.
Tre giorni con Mia san sono volati e dopo averla accompagnata alle sei del mattino all’eroporto ho ricevuto finalmente via mail le risposte a due dei miei tre colloqui:
“Buongiorno, i promotori per il momento hanno deciso di puntare su profili professionali diversi dal suo. Grazie per aver partecipato alla selezione”
“Ci dispiace il suo profilo è troppo alto…”
E se non c’è 2 senza 3 chissà cosa mi diranno del terzo.
Senza farmi prendere dallo sconforto ho cercato di trovare un’altra soluzione.
Potrei aprire un e-commerce anche io…visto che quelli di ThePusher mi hanno lasciato a casa prima di Natale.
Oppure importare gli “host giapponesi” e metterli a servizio di qualche milf.
Potrei vendere la mia collezione di orologi e cercare fortuna a Mendrisio (che è sul confine italiano), giusto per non sentire troppo il trauma del distacco dal mio paese.
Così ho fatto due giorni a guardare dibattiti politici, scontri fra capolisti di partito e ogni tanto Shopping night con Carla Gozzi. 😛
Infine come cigliegina sulla torta mio padre è stato ricoverato per l’ennesima volta.
Il solito copione.
“Gabry chiama l’ambulanza”
“Ok”
“Prima passa l’aspirapolvere”
“Ma sei scema? Se poi muore? Non abbiamo più l’assicurazione sulla vita”
“Ok allora rifacciamo il letto”
“Guarda che i volontari mica guardano se la casa è in ordine”
“Allora aiutami a trasportarlo sul divano”
“Perchè non lo buttiamo per terra con un coltello in mano e diciamo che voleva ucciderci ma noi l’abbiamo atterrato spaccandogli un vaso cinese in testa?”
“Ma dobbiamo rompere il vaso…”
“Tranquilla l’ho rotto io…”
Urla di disprezzo e parolacce a profusione.
Per ora tutto sembra stabile, la salute del papà, la disoccupazione e quello sensazione di crisi permanente.
Mia san prima di partire intonava una canzone di Bocelli, diceva che la canta sempre al Karaoke.
L’amore per l’Italia l’ha ereditato da sua zia, che un giorno si è alzata e si è separata dal marito. E’ andata in Sicilia per imparare l’italiano e poi si è trasferita a Roma. Prima di morire ha detto a Mia san che la vita è una sola e che va vissuta a pieno.
Da oggi si riparte da qui.
Il Portinaio