PRESENZE A NISHI-SHINJUKU
Lo sapevo che non dovevo guardare i film dell’orrore da piccolo.
Me lo diceva sempre mia nonna: “Poi te li sogni di notte”.
Bisogna sempre ascoltare i consigli degli anziani. 😛
Però mia nonna, anche lei, mi faceva vedere solo “Anche i ricchi piangono” e “Rosa Selvaggia” con Veronica Castro.
A Tokyo, io e Marco, viviamo in una casa molto carina, che ha delle scale ripide, talmente ripide che di notte si accendono delle luci di sicurezza arancioni, nel caso ci venisse una voglia irrefrenabile di uscire di corsa per andare a comprare una bibita al melone verde.
Il nostro padrone abita nella stessa casa, ma dopo 10 giorni di permanenza in terra nipponica non ho ancora capito dov’è il suo ingresso.
Qui ci sono un sacco di porticine e anfratti. I mobili sembrano fantasmi che appaiono e scompaiono e l’aria condizionata ogni tanto si accende da sola.
Ieri notte mi sono addormentato presto, mentre Marco guardava la tv.
Alle due e mezza ho sentito un rumore provenire dalle scale. Erano passi veloci, come se uno, con dei calzini di spugna, stesse facendo l’imitazione del balletto di Flash Dance.
Mi sono detto: “Stai tranquillo, il Giappone è il paese più sicuro al mondo”
Poi mi sono ricordato di non aver chiuso la porta a chiave.
E mi sono ridetto: “Ma sì, chi vuoi che venga. E poi cosa mai potrebbero rubarci?”
I passi però si stavano facendo sempre più veloci. La presenza saliva e scendeva dalle scale. Ma vi sempre l’ora di fare ginnastica???
Ho ascoltato. Con la goccina che mi cadeva sulla tempia.
D’improvviso un rumore metallico ha rotto quel soffice camminare.
Vi giuro che ho sentito cadere una sbarra di ferro.
L’anno scorso in Giappone un pazzo con un sega ha aggredito due ragazze del gruppo musicale AKB48, durante un evento musicale.
Ecco ho pensato a questo.
Ci sarà in giro qualcuno che odia gli stranieri, magari ci ha pure pedinato.
Morirò così, senza aver trovato neanche un pupazzetto nuovo per la mia vetrina.
Ci metteranno nel notiziario della sera e forse finiremo in una puntata di Chi l’ha visto.
Mi sono alzato facendo luce con il cellulare e ho iniziato a chiamare Marco dalla porta della camera. Ma quello dormiva bello beato sul divano.
Siccome avevo paura che l’assassino fosse all’ingresso aspettando di colpirci tutti e due nello stesso momento, ho iniziato a parlare sottovoce, sperando che Marco mi sentisse. Ma nulla, russava come cinque carlini con la sinusite.
Qui ci vuole una tecnica sopraffina.
Ho iniziato a tirargli le sue mutande nuove di Uniqlo, quelle con il sistema AIRsm, che fa traspirare gli apparati sessuali e permette alle scoregge di uscire senza lasciare traccia sul tessuto.
Dopo 7 lanci, Marco era ancora lì, immobile, sembrava un bidone della Caritas.
C’è voluta la ciabatta per fargli aprire gli occhi.
Poi armati di Infasil siamo scesi per le scale, ma niente, non c’era nessuno da accecare.
Io ho fatto fatica a riprendere sonno, ma verso le cinque di mattina ho fatto un sogno.
Indovinate chi?
Veronica Castro e il fantasma del film Ju-Oh che giravano libere in casa.
Dallo spavento ho tirato i piedi a Marco che, terrorizzato, ha iniziato a urlare pensando fossi un suo parente morto arrivato direttamente dalla Puglia.
Io e Marco abbiamo due immaginari completamente diversi. Il mio è nippo latino e il suo foggiano mistico.
Il Portinaio
P.S. Io abito qui! 🙂
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Un commento
carlo
Due sono le cose:o hai cenato pesante con i pePPerroni,oppure Luis Antonio della telenovela voleva Assassinarti!! Bella lì infasil …weapon lethal 😉 !!