OBLIVION
Nell’estate del 1991 mi sono tirato la zappa sui piedi.
Invece di andare in vacanza con i miei genitori come qualsiasi minorenne o preferire una scuola all’estero per migliorare l’inglese ho scelto i miei carissimi zii paterni accompagnati dalla cuginetta demoniaca.
Stavamo in un hotel super lusso di Cervinia, roba da ricchi, con camere da letto grandi come bilocali e vasche idromassaggio con campioncini per la toeletta.
Io però ero finito nelle stanze dei camerieri, perché non c’era più posto, ma siccome non volevano rimandarmi a casa mi fecero un prezzo di favore, invece di pagare 250 mila lire al giorno spendevo 100 mila per un loculo con un lavandino e il cesso in corridoio.
Perché non sono andato in campeggio insieme ai tedeschi zozzoni? Non voglio stare qui con i borghesi ricchi.
Mio zio passava tutto il giorno a vessarmi manco fossi un pungiball. Mi vomitava tutto il rancore che aveva contro la famiglia di mia mamma. Io accusavo i colpi e continuavo a mangiare la pasta dell’ottima cucina dell’hotel. Ogni giorno cercavo di evitarlo, scendevo tardi a colazione, pranzavo in un nano secondo e la sera scomparivo sotto le lenzuola. Tutti i miei movimenti erano monitorati e giudicati.
Perché non sono andato a Rimini con la nonna? Al massimo sarei finito drogato in qualche discoteca con degli svedesi alcolizzati.
Mia zia giocava a carte.
Ma è stata la cugina demoniaca che mi ha fatto capire di aver sbagliato tutto.
Una sera mossa da compassione mi ha portato a ballare con lei.
In discoteca abbiamo incontrato due sue amici. Uno normale e l’altro ubriaco.
Dopo due ore di noia totale avevano deciso di andare a bere una grolla in uno dei peggiori bar della Valle.
Ora, se ti porti dietro un minorenne e hai la responsabilità di proteggerlo con chi lo mandi in auto?
Via al televoto:
1) Lo porto con me perché essendo figlio unico se dovesse succedergli qualcosa perderei la testa in men che non si dica
2) Lo lascio all’avvinazzato che manco conosco bene e spero che sopravviva
3) Lo riporto in Hotel e me ne vado da sola al Casinò di Saint-Vincent a giocarmi la tredicesima
Per me era stata scelta la seconda opzione.
E avevo pure la sorpresa. L’alticcio signore era un maniaco, che invece di seguire il gruppo aveva deciso di portarmi nei luoghi oscuri di Cervinia.
Dopo aver tirato il freno a mano mi ha guardato come Hannibal Lecter davanti a un fegato umano, ha allungato la mano verso la mia gamba e io credevo di morire. Ma l’adrenalina ha fatto il suo, con un gancio degno di Cassius Clay l’ho rispedito a far compagnia al finestrino, sono fuggito per la valle e non sapevo dove andare.
Vedevo solo nero, sentivo il cuore nelle tempie e correvo verso le luci del paese.
E se mi avesse ammazzato, violentato e bruciato? Già vedevo mia madre al Tg1 piangere come una pazza e mettersi a favore delle telecamere con il suo profilo migliore.
Le avrei dato il suo quarto d’ora di celebrità, magari sarebbe andata a Domenica in o da Maurizio Costanzo Show. Però ci tenevo alle penne, quindi cara mamma fanculo.
Arrivato in Hotel sono corso subito dalla zia, che stava giocando a carte.
Le ho raccontato tutto.
Mi ha guardato e con una pacca sulla spalla mi ha sussurrato “Non dire niente a tua mamma”.
A mia cugina non passò neanche per l’anticamera del lobo temporale l’idea di scusarsi. Aveva riso e fatto spallucce, dando la colpa all’alcol e alla mia presenza sexy.
Il giorno successivo avevo organizzato la mia fuga dall’albergo, con il figlio del proprietario riuscì a sgattaiolare senza farmi vedere. Dopo aver caricato le valige sull’auto mi chiese: “Dove ti porto?”
“Nella vallata di fianco ci sono i fratelli di mia mamma”
“Lo sanno che stai arrivando?”
“No! Piuttosto rimango davanti allo zerbino ad aspettare”
“E cosa dico ai tuoi zii?”
“Che ho avuto un’improvvisa chiamata da Gesù e mi sono ritirato nel convento dei Frati Cappuccini di Châtillon”
Bene. Adesso potrò rifugiarmi dai parenti che mi vogliono bene, nessuno mi giudicherà, non verrò tormentato per colpe che non ho, potrò finire la mia vacanza in modo rilassante e se sarò fortunato riuscirò a vedere qualche marmotta, magari anche quelle che confezionano la cioccolata. 😛
“Scusaci nipote, abbiamo appreso che stai vivendo una situazione stressante e che vorresti andartene via. Prendiamo atto di quello che ti è successo e abbiamo deciso tutti insieme che non puoi rimanere con noi. Non c’è posto!”
“Ti prego zio dormo nella vasca”
“E dove ci laviamo?”
Sono tornato in Hotel con la paura di essere beccato, ma il figlio del proprietario mi aveva fatto passare dalla scala antincendio e dopo aver rimesso tutto in ordine sono sceso al bar come se nulla fosse.
Lo zio mi aspettava con la sua lingua biforcuta, mia zia giocava a carte e la cuginetta era ripartita.
L’estate finì con una mega lite al ristorante dove mi si accusava si essere un mollaccione senza prospettive e che il massimo a cui avrei potuto aspirare sarebbe stato fare il parrucchiere.
Ho risposto male a mio zio. Mi sono preso una sberla e sono fuggito di nuovo, questa volta avevo veramente paura di essere ucciso. 😛
Quando ritirai con i miei amici le foto delle vacanze scoprì che quelle che credevo di aver fatto a mia cugina senza rullino erano state fatte con il rullino.
Tutti videro la mia parente in déshabillé. Poi lo raccontarono ai loro compagni di scuola, che lo raccontarono alle professoresse, che lo raccontarono ai vicini di casa, che lo raccontarono ai loro dirimpettai, che lo raccontarono ai loro famigliari.
Mia cugina cavalcò l’onda di questo scandalo facendomi passare per uno stronzo. Da oppresso ero diventato carnefice.
Tutti i maltrattamenti che avevo subito sparirono con un colpo di spugna.
Le prove però potevano svanire insieme alla memoria di tutti.
La foto l’ho bruciata nel camino di mio nonno, sperando che un buco nero ingoiasse ricordi e ogni traccia di quell’estate. Volevo l’oblio.
Tiziana Cantone è morta qualche giorno fa. Ho letto che Selvaggia Lucarelli ha punito un ragazzo che ha gioito della scomparsa della ragazza
ho letto le scuse tardive di Linus sul suo blog e notato qualche coglione che per paura di essere beccato ha cancellato i suoi post pensando di pararsi il culo, senza fare i conti con la memoria di Google.
Io non colpisco chi non sa difendersi, preferisco qualcuno che mi tenga testa. Non capisco l’origine della viralità e mi spaventa di più il complice che il carnefice.
Nessuno si ricorda più cosa è successo nell’estate del 1991, la foto è diventata polvere e la memoria pure.
Restano da qualche parte i negativi di quella vacanza a ricordarmi del mio passo falso e di quello degli altri.
Il Portinaio