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MADONNA REBELHEART TOUR LIVE @ TORINO

Parlare del concerto di Madonna è cosa delicata. Si può essere cattivi con lei fino allo stremo oppure buoni, sottolineando come alla sua età riesca ancora a ballare la polka in maniera decente.
Madonna ha scelto Torino come unica tappa italiana.
Nel 1987 tutta l’Italia si fermò a guardare quel concerto su Rai Uno, perchè “quella” era un fenomeno di massa e perchè arrivava da lontano per ritrovare le sue origini e i parenti del sud.
I tempi sono cambiati, nessuno desta più scalpore.
Nemmeno lei.
Rimane l’affetto. Dopo tanti anni di frequentazione, gli idoli diventano come parenti lontani che passano dalla tua città una volta ogni tanto. Trasformano il loro concerto in un Natale, dove puoi rivedere vecchi amici, parlare di quello che ti è successo nella vita e fare promesse che non manterrai.

madonna cartoon
Io ho tirato un porco quando ho scoperto che per entrare al PalaAlpitour di Torino bisognava fare due file. Una per i posti a sedere e un’altra per il parterre. La coda era talmente lunga che continuava con quella del Padiglione giapponese di Expo.
Sì, voi non lo sapete ma c’è ancora gente in fila.
A nessuno è venuto in mente di allestire stand di dadi star alla verdura da mettere in thermos caldi, vendere felpe in pile o reggiseni imbottiti di pelliccia sintetica.
Per colpa delle temperature polari quello dietro di me, giovane vestito solo di boa di struzzo e chiffon, ha perso la sensibilità del piede sinistro e l’uso della parola.
Le ragazze si sono trasformate da sexy teenager in leggins Yamamay a gattare che mangiavano caldarroste.
Sembravamo un presepe vivente. Tutti ad alitarci addosso per riuscire ad arrivare ai cancelli.
Finalmente dopo circa due ore l’ispezione anti terrorismo.

“Hai accendini?”
“Sì?”
“Questo cos’è?”
“E’ una penna?”
“Come si usa?”
“Di solito basta aprirla e scrivere sopra un foglio”
“Togliti il cappello!”

Nooooooo! Ti prego gendarme gianduiotto non farmi questo. Non mi sono pettinato. Ho dei capelli che assomigliano a un incrocio fra la testa di Maradona e lo scroto di un magrebino. Non ho messo neanche l’anticrespo e l’olio di semi di lino. Non farmi questo, ti giuro che non ho bombe dietro la nuca e nemmeno mitragliette.

“Togliti il cappello!!!”

Me l’ha dovuto ripetere due volte. Poi ci siamo guardati. Lui come se fosse il professore cattivo dell’accademia di Coppola, io come il ripetente dell’esame di bigodini ed extension.
Madonna è apparsa più o meno verso le dieci, il solito ritardo accademico di due ore, ma questa volta la scusa era l’Isis e non la moquette color burgundy che non si abbina con l’incarnato cianotico della cantante.
Turba subito il video che precede la prima canzone.
Un filmato che la mostra maliarda in abito da sirena rinchiusa in una cella per le torture. Viene picchiata da sentinelle delle SS, Mike Tyson appare aggratis per far paura, poi si vede lei che corre in mezzo a samurai, poi le che si accoppia con un estraneo, che sanguina, che finge orgasmi.
Recita un monologo.
Dice: Sono una donna, sono bionda, ho le tette e un culo e un desiderio insaziabile di farmi notare.

E fin qui non avevamo dubbi.

Ok ma ho anche voglia di iniziare una rivoluzione. Qualcuno deve farlo.

Che tipo di rivoluzione vorrà mai fare Madonna?
Donare ai poveri tutto il suo patrimonio e vivere modestamente insieme ai suoi bambini di colore suonando in metropolitana? Assalire le borghesi in volpe argentata davanti ai teatri insieme a Marina Ripa di Meana?
Aprire un rehab per giovani cantanti del pop che hanno perso la notorietà e sono finite a inaugurare centri commerciali?

madonna living for love

C’è troppa creatività schiacciata sotto la ruota dei branding aziendali e di ciò che fa tendenza.
Ma è ora di svegliarsi

Ecco ha pestato una merda. Proprio tu parli?
Nel tuo show indossi abiti di Prada, Moschino, Gucci, Fausto Puglisi, Jeremy Scott e Alexander Wang.
Lo ripeti persino in una pausa del concerto. Se davvero volevi ribellarti alla massificazione del branding avresti potuto scegliere di non legarti a questi nomi. Sei sempre stata così brava a scoprire talenti e anticipare le mode. Non parlarmi di rivoluzione, perchè fino ad ora sono solo morto di freddo e ho cagato un centinaio di euro per vederti. E invece continui.

È meglio essere preparati per combattere in ciò cui credi.
Voglio iniziare una rivoluzione.
Sei con me?

Va bene ci sto. Da dove iniziamo?
Fuori dallo stadio due matti stavano facendo volantinaggio. Lei era vestita da sposa, lui sembrava Elsa di Frozen. Lasciavano a tutti questo foglio:

concerto madonna torino
Sono andato ad informarmi.
La signora Elsa Falletti è una donna anziana che ha avuto problemi con l’eredità. Siccome le stavano sul cazzo tutti i suoi parenti ha deciso di vendere le sue proprietà e di lasciare i soldi a un ragazzo che ha cresciuto come un figlio. Ma i nipoti hanno impugnato il tutto, denunciando l’erede per circonvenzione di incapace e facendo interdire la povera zia.
Qui sotto il video.

Capisco l’esigenza di catturare l’attenzione, ma vestirsi da cosplayer della Disney per trattare una faccenda così delicata mi sembra fuori luogo e imbarazzante.

concerto madonna rebelheart torinoconcerto madonna torino
Comunque io vi do una mano, non sia mai che questo post venga letto da qualche avvocato fan di Olaf, Elsa e Anna.
Madonna entra in scena dentro una gabbia. E’ vestita da pandoro geisha, combatte contro guerrieri orientali e alla fine vince. Perchè lei è Madonna. Lo ripete nella seconda canzone: Bitch i’m Madonna.

madonna iconic samurai
Dire che i suoi concerti passano un messaggio di ribellione è banale, che le sue coreografie sono un invito alla trasgressione pure.
Quello che trasmette questo spettacolo, a mio parere, è un’altra cosa: Il tempo che passa. Ma non per lei. Per me.
Un ragazzino magrissimo con seri problemi di concentrazione per via del cellulare, conosceva solo le canzoni dell’ultimo disco, le altre per lui erano antichi componimenti ritrovati nella tomba di Tutankamon.
Madonna ci ricorda che stiamo invecchiando tutti.  Cioè lei ha il potere di rimanere giovane, può farlo con l’abuso di photoshop, di botox e palestra. A noi non è permesso. Rifacciamo gli stessi selfie dieci volte sperando in una foto migliore, usiamo i filtri di Instagram per diminuire le occhiaie. Dov’è la rivoluzione?
Masini tanti anni fa diceva: “Non si può cantare il nero della rabbia coi miliardi”. L’hanno taciuto affibiandogli il marchio di gatto nero.
Con Madonna è più difficile. Negli anni si è trasformata da fidanzata a puttanella, da virago sessuomane a regina della musica.
Da ultimo il titolo di vecchiarda, che improvvisamente le pende come una spada di damocle sulla testa coi capelli fritti.

madonna vogue rebel heart1
Sei donna di potere, di mezza età e ricca. Dovrai prima o poi cedere il passo.
Ma non capita mai. Nonostante le sue coreografie siano semplici alligalli, Madonna continua ad attirare sguardi e orde di persone.
Ieri c’erano signore attempate con piumini cangianti e cappelli con gli strass, uomini con ricetta di viagra che l’avevano vista quasi trent’anni prima.
La signora Ciccone sta diventando trasversale, non più idolo delle masse, ma delle massaie. Il suo mito ormai si aggira fra casalinghe, ex giovani, maitre chocolatier e operai.
Le sue provocazioni non toccano più nessuno, ma diventano meme da condividere su facebook e tumblr.
Madonna mette in scena suore ballerine che fanno la lap dance, si dimena su un tavolo che riproduce l’ultima cena del Leonardo, si fa legare da un apostolo ballerino e ha ancora il coraggio di mostrare le gambe.
Mia cugina ha lo stesso atteggiamento. Solo che vive in un paese piccolo e vederla girare scosciata per la piazza con gli sguardi attoniti dei passanti a volte è un po’ imbarazzante.
Così io oscillo tra “Ognuno dovrebbe fare quello che vuole” a “No, non la conosco non è mia cugina”.
Forse è questa la rivoluzione di cui parla: che possiamo camminare a testa alta senza vergognarci, che il problema è sempre di chi lo pone.
Poi fa niente se durante lo spettacolo si fa sollevare come una Carla Fracci qualsiasi, mi aspetto che lei dica altro.
Infatti lo dice:

@madonna #mammamiachecazzo #pronti ? #ciaoTorino #rebelhearttour

Un video pubblicato da Carlo Rossi (@carlowilliamrossi) in data:

Le parolacce fanno sempre un certo effetto.
Ma io le ho imparate da mia madre.
Proprio l’altro ieri eravamo in un negozio cheap e si stava provando dei leggins sintetici made in Bangladesh.
Non si era accorta che fuori dal camerino c’era una fila lunghissima.

“Gabry ma che cazzo vendono in questo negozio?”

Silenzio.

“Mi ascolti? Cioè sti pantaloni mi grattano la fi…(sarmonica)”

Hanno riso tutti. Anche io.
Un po’ aveva ragione, se fossero stati di un cotone organico non le avrebbero procurato quel prurito vaginale. Poi se vogliamo parlare della raffinatezza di mia mamma, quello è un altro argomento.
Madonna in casa nostra è diventata una specie di zia. Noi trattiamo così i personaggi dello spettacolo. Gianni Morandi è il mio padre putativo, Barbara D’urso la vicina da evitare.
Durante il concerto mi arrivavano messaggi con scritto “E’ ancora brava?”
Certo. Ha mutuato una performance dal Cirque du Soleil, proprio quella che facevano ad Expo, si è portata ballerini di flamenco, ha in custodia cautelare due giapponesine talentuosissime, proietta disegni dei suoi fans su un megaschermo.
Poi se per voi non va bene che si strusci l’intimo in menopausa su un palo, su questo posso darvi ragione.
A Natale c’è sempre una zia che vi fa vergognare, ma anche ridere. E se non ci fosse lei, la festa sarebbe finita.

Il Portinaio

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