MACUMBA
Abbiate compassione per me, ma se vi racconto spesso delle vicissitudini ospedaliere della mia famiglia è per esorcizzare il dolore, ma soprattutto per dimostrare che sono vittima di qualche macumba trash che ha come fine farmi vivere in un mondo grottesco.
“Figliolo tuo padre non è stato bene. E’ arrivata l’ambulanza”
“Hai fatto timbrare la tessera punti? Ti regalano una barella se la completi”
“Io sono già al pronto soccorso dalle 3”
“Ma sono adesso le 3”
“E allora ho l’orologio fermo”
“Scommetto che è quello di Carpisa?”
“Sì! Quello d’oro non lo metto più perché c’è in giro brutta gente…”
“Chi te l’ha detto?”
“Salvini!”
Mio padre soffre di un diabete cronico ormai degenerativo. Ha più cicatrici lui nel corpo che Rambo 3.
Ma piuttosto che morire e far contento alcuni miei parenti, resiste a tutti i tipi di operazioni invasive.
A questo giro gli hanno amputato un alluce.
Se continua così, con un bel bastone nel sedere, potrà diventare un nuovo modello di Mocio Vileda.
Le attese al Pronto Soccorso si fanno sempre più lunghe. Tendenzialmente si va dalle 6 alle 8 ore.
Così possiamo fare amicizia. 🙂
Mia mamma non perde tempo.
“Vedi quel signore? Hanno appena ricoverato sua madre”
“Poverina”
“Certo che è veramente brutto”
“Intanto non si fanno commenti sull’aspetto fisico. Poi non è un signore. E’ una donna!”
“Ma no! E’ un uomo. Guardagli le scarpe.”
“Cosa c’entra? Se le piace vestirsi da benzinaio…”
“Per me è un uomo”
E siccome è curiosa come una zecca ha trovato un modo per attaccare bottone.
“Stai bene?”
E quello o quella invece di rispondere ha iniziato a piangere.
Dio lasciala/lascialo in pace.
“Guarda che la tua mamma si riprende. Quanti anni ha?”
“94!” (voce femminile)
“E allora anche te! Devi anche pensare che l’ha fatta la sua vita”
Mia madre non ha sensibilità! 😛
“Sei matta? Cosa le stai dicendo?”
“Niente! Di mettersi il cuore in pace”
Constatato che fosse una donna mia madre ha continuato la conversazione con tono più pacato e parole forbite.
“Lo so che perdere una madre è bruttissimo. La mia è morta vent’anni fa e ancora mi manca”
E giù lacrime.
“Però devi anche pensare alla tua vita. Non hai amiche?”
“No”
“Amici?”
“No!”
“Fidanzato?”
“No”
Silenzio.
Prova con fidanzata.
“Zitto cretino!”
“Vedrai che la tua mamma si riprenderà e potrai continuare a vivere con lei”
“Ho una badante”
“E allora vedrai che la tua mamma si riprenderà e potrai continuare a vivere con lei e la badante”
Silenzio.
Al pronto soccorso arrivano per qualsiasi ragione.
C’era una che si era infilata un togo nell’occhio e diceva che sentiva tutta la cialda di cioccolata dietro il bulbo.
Non so come abbia fatto, ma le infermiere l’hanno subito spedita in psichiatria.
Mentre fumavo una sigaretta in santa pace nel parcheggio ho visto una ragazza che urlava al cellulare. Una bella ragazza, un misto fra Nina Moric e Belen. Tutta vestita leather con borsina LV, unghie pittate, occhiali grossi come padelle e Samsung Galaxy 7 Edge con cover glitter.
“Scusa mi puoi aiutare”
Neanche al Pronto Soccorso uno può stare in pace.
“Che c’è?”
“Mi hanno aperto l’auto”
“Veramente?”
“Sì! C’era giù il finestrino”
“Non è che hai dimenticato di tirarlo su?”
“Ma che dici!”
A una che ti risponde così cosa le fareste?
“Cosa ti hanno rubato?”
“Il libretto dell’auto! Sono sicura. Ma cosa se ne fanno del mio libretto dell’auto? Dio c’è in giro gente di merda”
“Veramente io non la vedo”
“Non guardi Rete 4?”
Pensavo fossi su quel nuovo programma che fanno su Italia 1: Lo scherzo perfetto. Una cagata immonda, che ho visto per caso settimana scorsa. Tempo di resistenza 3 minuti.
“Mi aiuti a cercarlo?”
“Cosa?”
“Il libretto”
E mi da un mano un plico di fogli.
“Questa è la pubblicità di un centro estetico…queste sono le assicurazioni vecchie…questa è la tua mammografia…”
Nel frattempo lei continuava a sbraitare al telefono con il padre.
“Signorina ho trovato il libretto”
“Sei il mio portafortuna! Porco D#o”
“Ammazza che punk!”
“Guarda scusami, ho mia madre che è ricoverata con un tumore allo stadio terminale con tutte le metastasi alla colonna vertebrale e porco d#o”
“Sono contento che non ti abbiano rubato il libretto. Però cerca di stare concentrata, perché sicuramente il finestrino l’avrai dimenticato giù…tu…tutturuttuù”
“Ahahahahahahahha”
“Scusa volevo farti ridere”
“Ti posso offrire da bere al bar dell’ospedale”
“Anche no! Va bene così. Torno da mio padre che è al pronto soccorso”
“Che cos’ha?”
“Niente di grave. Un prolasso anale”
Infine nel reparto Medicina d’Urgenza, mentre aspettavo che facessero a fette mio padre una matta con problemi respiratori cercava di fuggire dall’ospedale.
Tranquilla e pacifica si trascinava con le ciabatte verso la porta d’uscita. Le infermiere o facevano finta di non vederla oppure erano talmente indaffarate da non sentire quel “shhhhhhhh” (suono onomatopeico della ciabatta che struscia per terra) fastidioso.
“Ciao io vado”
“E dove?”
“A pagare le bollette”
“Ma la posta è chiusa”
“E allora vado a farmi dare il latte da mia madre”
“Ok! Se giri subito a destra puoi uscire senza che nessuno ti veda”
E l’ho lasciata andare.
Il Portinaio
“Ciao sono tua cugina. Come sta lo zio? Io non riesco a venire in ospedale perché ha partorito il cane e volevo portare i figli della donna delle pulizie a vederli nella mega villa di mio fratello sul lago. Però diglielo che ti ho chiamato”
L’immagine di copertina è di Alberto Castagna Tumblr