L’UOMO DEL BOSCO
Io sono cresciuto a casa di mia nonna, perchè mia mamma e mio papà dovevano lavorare per portare a casa il pane.
Scusate sembra l’incipit della piccola fiammiferaia…che poi da piccolo io volevo fare l’edicolante, mica vendere cerini.
Vabbè c’era una volta “io bambinello morettino”.
Passavo il dopo scuola in compagnia di anziani meridionali.
I miei temi scolastici erano pieni di errori, perchè assimilavo il dialetto come prima lingua.
Ero figlio unico.
Mia madre voleva mandarmi a ripetizione di italiano, ma fece prima a proibirmi di parlare con i nonni se non con il linguaggio dei muti.
I miei cuginetti ogni tanto venivano a trovarmi, ma loro erano più fortunati, avevano il Commodore 64, la madre casalinga e frequentavano l’oratorio.
A me faceva letteralmente cagare andare in mezzo ai ciellini, poi c’era il prete pedofilo che ci dava le pacche sul culo. (Condannato a 16 anni di carcere qualche anno fa Ndr).
Io volevo giocare, mica intervallare calci di rigore con 4 Padre Nostro e 100 Ave Maria.
Dopo i compiti e dopo aver visto Bim Bum Bam correvo dai vicini di casa e li richiamavo tutti.
Dietro il quartiere residenziale c’era un boschetto e delle collinette. Noi bambini avevamo costruito una casa di legno ai confini del boschetto. Era fatta bene. C’era anche il gabinetto finto, diciamo che era più una fogna a cielo aperto.
Andrea ci cagò pure una volta. E tutti lo presero in giro perchè non aveva niente per pulirsi.
Dietro il boschetto invece c’era un enorme prato. I Rom o come amichevolmente li chiamavano negli anni 80 zingari, avevano parcheggiato le loro roulotte.
Mia nonna mi dava sempre il pane secco da portargli. Avevano le caprette e mi divertivo a vederle mangiare michette dure.
Noi maschietti però avevamo un segreto. Sotto un’enorme felce, al centro del bosco, avevamo trovato dei porno.
Le Ore precisamente.
C’erano donne che si facevano ribaltare, annaffiare e umilare in qualsiasi posizione.
Il nostro gioco preferito era mettere alla prova il lessico erotico. Chi diceva la parola più strana legata al sesso vinceva un ritaglino con qualche passera.
Andrea con “clitoride” si aggiudicò l’inserto speciale e il calendario porno.
Le femmine ci guardavano come se fossimo dei depravati. Per insultarci ci chiamavano “mammiferi”.
Noi rispondevamo con il classico “Zoccole” e io ci aggiungevo pure “tappabuchi”.
Cosi quelle rompicoglioni scappavano a casa piangendo e noi potevamo stare in silenzio ad adorare la dea Cicciolina.
Il silenzio durò poco.
Un giorno arrivò il proprietario delle rivistine osè.
Non fece una piega.
Ci guardò sorridendo e iniziò a spogliarsi. Si tolse persino le calze.
Poi si sdraiò tutto nudo per terra e iniziò…vabbè avete capito!
Noi stavamo impalati come dei nani da giardino a fissarlo. E lui continuava come se niente fosse. Finito il tutto si rivestì, si riprese i giornalini e sparì fra gli alberi.
Figlio di puttana ci aveva rubato tutte le copie!
Andrea raccontò tutto al fratello grande, che lo raccontò alla madre, che lo raccontò al padre, che venne il gatto che si mangiò il topo che chiamò la polizia.
Il giorno dopo davanti al boschetto arrivarono due camionette e tre pattuglie.
Per due giornaletti ci sembrava un po’ troppo.
Mia nonna mi consegnò il sacchetto del pane secco da portare ai Rom, che tutti spaventati mi domandarono se conoscevo il motivo di quella retata.
Certo!
“Dovete sapere che noi maschietti andiamo sempre nel bosco perchè ci sono i giornali pornografici, ma le femmine non vengono mai, loro preferiscono giocare a trasformarsi in Creamy e impiccare le Barbie sulla statale. A noi invece piace fare la gara a chi piscia più lontano e guardare le donne che si accoppiano. Ma ieri è arrivato questo signore che si è spogliato nudo, tutto nudo, persino i calzini e ha iniziato a toccarsi il pisello. Noi abbiamo un po’ riso però lui ci ha rubato i giornali e allora Andrea che è quello che si eccita di più si è incavolato di brutto e l’ha detto a sua madre che l’ha denunciato per furto”
Siccome ero logorroico gli zingari decisero di cambiare città e mia nonna per punizione mi fece grattare il pane a mano per tutta l’estate.
Le femminucce ci riaccolsero da vere infermierine e c’insegnarono a rasare i capelli alla Barbie!
Il Portinaio
Un commento
Raul
Grande!!!!