LA VOCE DEL CUORE
Se il mio blog potesse parlare che voce avrebbe?
Forse come quella della mia portinaia che sorride ai suoi congiuntivi strampalati.
“Siccome che dovrei smaltire i pacchi non è che ti vieni a ritirare le robe che hai preso su Ebay?” 😛
Oppure assomiglierebbe a quella del mio parrucchiere che ogni tanto mi manda Whatsapp indecifrabili.
“Dopo io curo lelitdepoca pieghe gio giovani”.
(giuro mi è arrivato questo messaggio)
O ancora, con la sfiga che ho, parlerebbe come quella logorroica di una mia parente che quando mi becca a casa dei miei non smette di assillarmi.
“Mi racconti qualcosa? Tipo quando ti ha morso il cane…che ridere”
Manco fossi un fenomeno da baraccone.
“Ciao siamo quelli Radioanimati, ti piacerebbe assistere a una diretta live del nostro programma?”
“No!”
“Cosa?”
“Dai scherzavo! Certo…dimmi ora e giorno. Posso portare l’agendina per prendere appunti?”
È un periodo di grandi pulizie in Portineria, c’è molto da fare. La polvere e i ricordi si depositano spesso sugli scaffali. Ho notato poi che su alcuni oggetti si formano dei piccoli puntini gialli, mia mamma sostiene che sono le cacchine delle zanzare.
Ecco. Ci mancano solo gli insetti con la dissenteria.
Io comunque non le credo. 😛
“Scusi signor Radioanimati, ma chi sarà il vostro ospite?”
“Enzo Draghi!”
“Il presidente della BCE?”
“Cretino quelle è Mario!”
Per questione di privacy non posso dire dove si è tenuta l’intervista, ma vicino c’era un negozio veramente freak che mi ha mandato in trance per dieci minuti.
(Qui sotto una foto rubata con l’antenna della mia auto nell’inquadratura)
“Scusi Signor Radioanimati, ma l’intervista a Draghi la fate nel negozio Unicorn, Draghi, la Strega? Siete dei geni! Vi consiglio per la D’avena un negozio biologico di farine e un’armeria per i Fratelli Balestra”
“Ma dove sei?”
“Non lo so. Guardando la vetrina potrei dire nella Romania di Ceaușescu”
“Stai bene?”
“Comunque una volta mia cugina mi ha regalato per la Befana una boule de neige con dentro una fata affogata”
“Forse è meglio che scendo a prenderti”
E meno male che l’ha fatto perché stavo veramente per entrare ed essere fagocitato nel magico mondo degli elfi. E se avessi oltrepassato quella soglia, sarei diventato un addetto alle pulizie di Galadriel o peggio ancora l’assistente all’igiene delle orecchie dell’armata di Thranduil del Reame Boscoso.
Siccome il Signor Radioanimati mi vuole bene ha voluto che partecipassi anche alla consumazione del vitto serale presso una locanda frequentata da chiassosi orchi e fetidi nani.
Scusate ancora cinque minuti di Sindrome da Signore degli Anelli e poi la smetto.
Seduto davanti a me c’era Enzo Draghi, che non ricordo che pietanza avesse ordinato.
Per gli Hobbit somari che non conosco l’ospite di Radioanimati eccovi una breve, ma intensa bio:
Maestro e leader delle sigle tv degli anni 80/90. La sua voce e i suoi testi ci hanno accompagnato fino all’età puberale. Volenti o nolenti tutti hanno ascoltato qualcosa scritta da lui.
Per gli estimatori è un padre spirituale. A lui si devono capolavori come “Tutti in campo con Lotti”, “I Cinque Samurai” e “L’incorreggibile Lupin”, ma anche jingle e canzoni di programmi tv.
Enzo è anche interprete della seconda sigla di Lady Oscar, che sostituì la prima cantata dai Cavalieri del Re. Durante un’intervista, un membro del gruppo definì questa cosa una violenza.
Ma Draghi è anche la voce ufficiale di Mirko dei BeeHive, quello di Kiss me Licia, ovvero il logo del mio blog.
L’ho guardato tutta la sera con la coda dell’occhio, perché mi metteva un po’ di timore.
Nato a Voghera, famosa per il parco giochi Cowboyland e per il carcere di massima sicurezza, dove una volta, nel periodo di mani pulite, ci portarono in manette un amico di mia madre, Enzo con gli anni è diventato custode dei mille segreti che bussano alla porta del cuore e curiosano nei cortili dell’intestino mio dio come sto parlando mi è venuta la sindrome di Cristina D’Avena.
Scusate sto facendo un po’ di confusione, ma provate voi a stare calmi davanti a un’icona della vostra infanzia.
Sentirlo parlare ti apre chakra mai esistiti. In più il Signor Radioanimati è professionalissimo e preparatissimo. Durante l’intervista vengono citati grandi autori e compositori.
Io mi sento l’ultimo della classe.
Non ho cultura delle sigle tv, mi basta un mp3 per rendermi allegro, non sono un purista puntiglioso, non colleziono 45 giri e nemmeno cd originali.
Mio Dio se lo scoprono mi rispediscono nel negozio di Fate birichine a cucire abitini di organza per arpie alate e sirene puzzolenti.
Il potere della voce, di alcune voci, risveglia momenti.
Ci sono alcune canzoni che non ascolto più, perché mi ricordano eventi sfortunati o amori finiti.
Per le sigle è diverso. La loro strada si ferma a un bivio, puoi scegliere l’autoritaria malinconia che a ogni curva richiama momenti della tua infanzia, fatta di merende e urla nel cortile, oppure la virtuosa passione che non ha sussulti del passato, ma solo desiderio e amore.
Spesso alcuni artisti legati al mondo musicale rimangono attaccati al loro periodo fortunato, si aggrappano a quella one shot che li ha resi fortunati e continuano a girare a vuoto senza dire più niente. Enzo non è così. E’ un uomo che ha una storia da raccontare e che ha continuato collaborazioni senza cristallizzarsi a quel momento.
È pacato, gentile e non ha del grottesco, cosa assai rara nel mondo dello spettacolo.
Per un attimo mi ha ricordato il mio vicino di casa che da piccolo veniva a bussarmi alla porta, mi faceva ascoltare la cassettina dei Beehive e mi obbligava a cantare insieme a lui.
Io facevo Mirko, lui Satomi, ma solo perché sapeva suonare la pianola Bontempi.
Per un attimo tutta la mia impudenza ha tremato all’ascolto di “Zorro”, poi mi sono ricordato che la mia auto era parcheggiata davanti al negozio delle fate e mi è salita l’ansia al pensiero di ritrovarla trasformata in una zucca glitterata ripiena di ciondoli a forma di occhio di drago. 😛
Se il mio blog avesse una voce, sarebbe quella di Enzo Draghi, ne sono certo. Una voce famigliare, che ti invita ad aprire la porta e che soprattutto ti salva dalla maledizione della nostalgia.
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Grazie al Signor Radioanimati per la fiducia.
Il Portinaio
L’illustrazione in copertina è di Morphology©