LA VANITA’ DEL PORTINAIO
“Mamma per la fine dell’anno è usanza buttare via qualcosa di vecchio”
“Tuo padre?”
“Possiamo togliere il freno della carrozzina quando è sulla rampa del garage!”
“Oppure spingerlo giù dal ponte quando butta il pane alle anatre sul fiume”
“Brava mamma sei più diabolica di me!”
“Però poi non prendiamo più la pensione d’invalidità”
“Hai ragione! Andiamo a dargli dei bacetti allora” 😛
Ho provato a fare l’ennesimo sacco ciechi di vestiti, ma come al solito è stato inutile!
Eppure mia madre ha tre armadi pieni zeppi di cose immettibili che si ostina a tenere come se fossero feticci.
Conserva persino il suo abito da sposa, che ormai sarà pieno di tarme e falene e il pigiama di mia nonna, quello che indossava quando è spirata.
“Se vuoi puoi buttare questo vestito”
“Come mai?”
“Perchè me l’ha regalato una mia cliente, ma ho notato che è macchiato di piscio di gatto”
“Scusa perchè l’hai accettato?”
“Perchè era di marca!”
“Vanitosa!”
Se riuscissi a penetrare nella sua camera senza farmi sentire dal Cerbero che sta a guardia delle sue Luois Vuitton tarocche potrei rivendere qualcosa al mercatino vintage.
Mia mamma ha una pelliccia ecologica di leopardo con maniche raglan che Chiarra Ferragni pagherebbe a peso d’oro.
Purtroppo è custodita in una teca protetta da filo spinato elettrificato. Non puoi neanche guardarla o rimani pietrificato.
I suoi visoni sono difesi dalle sorelle Fendi, gli impermeabili retrò di mio padre sono nascosti al centro della terra e se osi toccare il suo copricapo di zibellino ti viene la maledizione di Malgioglio.
Si può scegliere fra:
1. Maledizione del congiuntivo effemminato
2. Maledizione del ciuffo biondo patetico
3. Maledizione del gelato al cioccolato dolce e un po’ salato
La morte è in agguato se aprite i cassetti dei suoi gioielli.
Ci tiene persino i miei denti. Quelli da latte intendo.
Quando li ho visti volevo denunciarla per occultamento di cadavere. Poi ha confessato e ho deciso di andare a vivere da solo.
I suoi abiti anni 80 occupano metà armadio, solo per la presenza delle spalline. Potrebbero essere usate come armi di distruzione di massa.
C’è quello a blu a pois che creò ai tempi un caso diplomatico alla cerimonia dei 25 anni di matrimonio dei miei zii.
Lo stesso vestito era indossato dalla segretaria di mio zio, che pare fosse la sua protégé…con gli anni poi ho capito cosa facesse.
L’abito comunque stava meglio a mia madre. E poi non aveva le ginocchia sbucciate! 😛
Vi ho raccontato questa storiella solo per dirvi che il mio Avatar di Satomi dei Bee Hive è finito sul blog di Vanity Fair.
Potete leggere l’articolo cliccando QUI. Scritto da Luca Fiorini. Una penna una garanzia!
Grazie Luca e se ti serve un pantalone a vita alta chiedi pure, anche gonne plissettate, tuxedo andati a male e cinture El Charro!
Credo di aver anche qualche maglietta di Gian Marco Venturi!
Il Portinaio