LA SINDROME DI POLLYANNA
Ho trovato dei cristalli in giro per casa. Li ho appesi con un filo bianco e poi ho fatto entrare il sole.
Vedi l’arcobaleno?
Te lo puoi creare in qualsiasi momento della giornata, basta solo un raggio e tutto intorno cambia.
L’ho fatto per te amore mio.
Ho preso un colpo stamattina quando sei uscita senza salutarmi, ma ho immaginato fossi in ritardo.
Ti aspetto.
Ho conservato della sabbia in una bottiglia. Quella che avevamo preso al mare, ti ricordi? Quando torni magari ti faccio sentire l’eco delle sirene, poi surferemo su un’onda di malinconia e proveremo questi dannati ricci. Dicono che siano buoni con il pane.
Per stasera pensavo di cucinare un risotto, ho imparato a fare solo quello. E’ da ieri che provo a cercare una ricetta su internet, ma la connessione non funziona. Forse sono i vicini che si agganciano rubandoci la wirless. Mi hanno persino domandato perchè litigavamo l’altra sera. Gli ho spiegato che stai facendo un corso di teatro e che abbiamo trasformato la casa in un palcoscenico
Sono andato a prendere anche l’insalata nel giardino segreto, quello dove nascondo il cavallo alato.
Ti ricordi quando ci siamo andati insieme? Mi hai dato lì il primo bacio. Non dimenticare di passare a prendere il latte e i biscotti. Lo sai che la colazione è importante.
Perchè non mi rispondi al cellulare?
E’ giorni che cerco il cane, ma non lo trovo. C’è solo la sua ciotola dell’acqua. Quasi quasi mi ci tuffo dentro. Nuoto fino al faro e vedo se riesco a riaccenderlo.
Grazie per avermi portato in gita il weekend scorso, l’ho scritto pure sul mio diario. Poi non so perchè sei sparita per qualche ora. Lo fai sempre nel weekend, prima mi illudi e poi…ma fa niente so che hai da lavorare, mica vai in giro a dispensare baci a qualcun altro.
Ieri mi sono spaventato quando mi hai sparato quelle parole di rancore. Però lo sai che sono bravo a trasformare i proiettili in bolle di sapone.
A dopo
Addio
E’ finita Eterno
Tradito Abbraccio
Cavolo ti sei ancora dimenticata la sciarpa, guarda che fuori fa freddo. Ho preso le medicine in farmacia, perchè so che sei sbadata. Ti ho fatto anche una coperta, l’ho nascosta nel baule della nonna. Mi vergogno a fartela vedere, ci ho ricamato la mia iniziale, poi quando stavo cucendo la tua si è spezzato il filo.
Hai preso un’altra multa, allora sei maldestra. Tranquilla la pago io, ho venduto il mio rene per arrivare a fine mese. Tanto ne basta uno per filtrare la fatica.
A proposito ti hanno dato la promozione? E’ vero che ce ne andremo?
Dobbiamo preparare il trasloco?
Corro subito in solaio a prendere le valigie, non si sa mai che domani il tuo capo ti dia la bella notizia.
Ricordati di svuotare l’auto che l’ultima volta non siamo riusciti a partire.
Cosa li tieni a fare i tuoi vestiti nel portabagagli? Dovrebbero stare nell’armadio.
Oggi il nonno mi ha riportato a casa i gatti, dormiranno con noi stanotte perchè inizia a far freschino.
Posso mettermi al centro del letto? Lo sai ho sempre voluto stare in mezzo, fra te e i tuoi genitori, fra te e la tua vita, fra te e i tuoi incubi.
Ho trovato il mio scrigno vuoto. Eppure ci avevamo lasciato dentro i nostri cuori. Dev’essere entrato un ladro, ma perdoniamolo, si vede che ne aveva più bisogno lui.
Devo smettere di imparare a fare tutto.
E’ che quando ti addormenti davanti alla televisione, ci sono ancora mille faccende da sbrigare, duemila mail da leggere e tremila sguardi da memorizzare.
A proposito hai chiamato l’idraulico? La lavapiatti perde ancora. Ho fatto finta fosse un fiume, ho pescato il malumore e l’ho fritto in padella.
A me non piace l’odore dei fiumi, preferisco quello dello zucchero filato.
Devo prendere l’appuntamento dal chiropratico. Quando sono scivolato sui tuoi dubbi ho preso una botta tremenda.
Che ne pensi se per il tuo compleanno organizzassimo una gita a Parigi? Dai…portami via!
Prima però devo strappare i petali delle margherite. E’ un gioco buffo. E perdo sempre.
Oggi mi è arrivato un pacco da un lontano paese, c’erano dentro i miei giochi vecchi. Mamma deve aver svuotato la cantina. Li appoggio sulla mensola in sala, voglio farti una sorpresa quando rientrerai a casa.
Magari ti racconto un po’ di ricordi tristi e li trasformo in adrenalina liquida, poi ce la spariamo in vena e ci buttiamo dal ponte con l’elastico.
Si sta facendo tardi.
Pelo le patate, perchè so che sarai affamata, in forno cuociono in fretta.
Mentre aspetto chiamo la luna e le domando se stasera può fare più luce, così quando siamo a letto possiamo vederla dall’abbaino.
Sai che mi sono innamorato di te quasi subito e scusa se non te l’ho detto, a volte balbetto e magari l’hai confuso con la parola Strano.
Mi piace la tua solitudine. E’ per questo che sono corso immediatamente fra le tue braccia. Per non farti sentire abbandonata.
Non ti amo Non temo
Vado via Torno subito
Illusione Sei un leone
A volte sogno che vieni a trovarmi nella mia stanza. Ma io sono piccolo. Allora mi chiedo: “Forse l’ho sempre conosciuta, ha sempre abitato con me e che culo ho avuto a ritrovarti”.
Sono le otto!
Apparecchio.
Una tovaglia di sberle, due forchette di tristezza e un coltello della fedeltà. L’altro non lo trovo mai.
Ho provato a guardare sotto il divano e dietro alla libreria. Persino nel tuo comodino in camera. Ma era vuoto.
Poi allo specchio l’ho visto. Trafitto nella mia schiena. Guarda che sarò tonto!
Senti io inizio a mangiare, ti copro il piatto con un altro piatto. Gli altri li hai rotti tutti.
Stai tranquilla per le righe sul parquet, ci penso io a cancellare i lividi sul pavimento.
In tv non c’è niente stasera. Se chiudo un po’ gli occhi mi svegli quando torni?
Sul tavolo ci sono le istruzioni per il “Gioco della felicità”.
Grazie perchè sei bella.
Il Portinaio
La psicologia cognitiva parla di ottimismo idiota, che viene associato alla cosiddetta “Sindrome di Pollyanna”
Tale sindrome consiste nel percepire, ricordare e comunicare in modo selettivo soltanto gli aspetti positivi delle situazioni, ignorando quelli negativi o problematici.
Il gioco della felicità di Pollyanna ha lo scopo di innescare una specie di reazione a catena basata sulla gentilezza più elementare, praticata nelle circostanze consuete della vita quotidiana.
Un commento
Lollo
La voglio anche io questa sindrome!