IO CANTO
Il karaoke è un toccasana.
Dovrebbero prescriverlo come cura contro lo stress.
Se praticato con cautela è un aggregatore, trasforma le persone in giuria demoscopica, coristi senza vergogna e cantanti in erba. Per erba intendo le droghe.
Un mio amichetto ha avuto la bella idea di festeggiare il suo compleanno in un karaoke. Locale ormai fuori moda e a volte mal frequentato.
In effetti.
Eravamo in tanti, non tutti convinti.
Ma dopo aver visto una femmina procace con stivaletti scamosciati dal tacco comodo, jeans attillati di tre taglie di meno e canottiera leopardata che mostrava enormi mammelle con cristi pendenti fra le scollature: “Entriamo vero?”
In una taverna milanese ogni sabato si consumano cocktail anni 80 e anche un po’ 90, ma soprattutto si ritrovano personaggi con il dono del bel canto e il cattivo gusto.
C’è il Pierre tutto muscoloso che riassume l’italiano medio. Neanche tanto medio. Bicipiti grossi come fustini Dixan, tatuaggi tribali, pantaloni con le tasche laterali, maglietta strettissima e voce roca. Lui accompagna tutte le donzelle che vogliono esibirsi in duetti.
Abbiamo ascoltato tre volte “Acqua e sale”.
C’è il capo di tutti che ti minaccia all’ingresso: “Potete entrare in questo posto, ma solo se cantate, mica per prendere per il culo i miei clienti”
L’impianto karaoke è pazzesco, sembra di stare alla Nasa. Peccato che i testi sullo schermo non siano in italiano.
Ho letto “ognIuno”, “qual’è” e “succo d’arancIe” ma quest’ultimo era scritto sul menù.
Stasera si festeggiavano due compleanni e un addio al nubilato. La sposina era vestita da odalisca daltonica, con una parrucca improbabile e un cazzo gonfiabile come copricapo.
Non vi dico come cantava. Ma le sue amiche ci davano dentro di brutto che alla fine hanno dovuto bruciarle vive per farle smettere. Perchè se superi quell’attimo di vergogna poi rischi che ti viene voglia di partire in turnè con Albano nei Balcani.
Confesso io ho cantato “Ragazzo Fortunato” di Jovanotti. Ero in lista per altre due canzoni, ma vista la coda che si era formata, mi sono dovuto arrendere alle 3.15 di notte! Qui vogliono cantare tutti!
Che idea! Perchè non mettere alla Posta un microfono? Oppure l’animazione per ballare, giusto per rendere meno nervose le persone in fila.
Ogni tanto andavo fuori a fumare una sigaretta. Ed è un attimo fare conoscenza. Perchè al Karaoke tutti diventano amici, si fa il tifo per uno, si diventa fan dell’altro.
“Hai cantato bene!”
“Grazie!”
“Hai i baffi come Franco Gatti dei Ricchi e Poveri!”
Merda! Questo non me l’aveva mai detto nessuno.
Ok! Facciamo partire l’identikit antropologico/psicologico/illogico dei clienti abitudinari.
I frequentatori di questo locale sono apparentemente di basso livello culturale.
“Vuoi fare un tiro di canna fumo e marijuana, roba che non trovi in tutta Milano manco a cercarla?”
“Grazie ho smesso con le droghe dopo che ho cercatato di far accoppiare il canarino con il mio cane”
“Dai accendila. Non ti si bruciano i baffi da Alan Sorrenti”
Dicevo i frequentatori di questo locale sono apparentemente di basso livello culturale e anche spacciatori.
“A me piace Nino D’angelo”
“Ho visto. Cantavi benissimo i suoi pezzi”
“E’ Originario di San Pietro a Patierno, quartiere della periferia nordorientale di Napoli, ebbe un’infanzia molto difficile e, a causa delle condizioni economiche della sua famiglia, lasciò presto la scuola e cominciò a lavorare saltuariamente come cantante ai matrimoni e come gelataio alla Stazione di Napoli Centrale”
“Scusa puoi farmi fare altri 40 tiri di canna?”
“Perchè?”
Volevi dire che i frequentatori di questo locale sono apparentemente di basso livello culturale e anche spacciatori, ma soprattutto con dei gusti musicali decadenti.
“Mia moglie è quella che cantava le canzoni di Paola e Chiara, che poi è la sorella di quello che canta giù, che è mio cognato”
Merda! La super tamarra con la panza e la canottiera leopardata!
“Noi veniamo sempre qui a cantare, ci proviamo le canzoni a casa. In questa città c’è un sacco di traffico e poi dicono che c’è la crisi.”
Sangue da naso!
E felicità in corpo.
Sono sceso con un microfono invisibile in mano e ho cantato tutta la sera. Mi va bene fare anche solo il corista al tavolo, ma vi prego…fatemi dormire qui!!!
Ho applaudito come un pazzo al signore di mezza età, in abiti eleganti e sciarpa bianca che intonava “O’ sole mio” con la tonalità di Elvis. Poi quando si è accorto che l’aveva sbagliata ce l’ha rifatta. Perdeva la dentiera. Sembrava fuori sinc.
Il suo ego era così grande che si è fatto fare persino un filmino con il suo cellulare. Poi è scomparso nella notte e fra le note…di un’ennesima canzone di Nino D’angelo.
C’era una coppia, lei bionda e non molto attraente. Lui vestito da finto borghese, maglione a quadri azzuro e verde mare con sciarpa giallo urina. Ogni tanto si alzava e gracchiava all’amata canzoni in un inglese stentorio, che manco Shazam è riuscito a riconoscere.
Vabbè lo so che sto a guardare l’apparenza e che invece dovrei percepire la sostanza, ma sono rimasto incantato per mezz’ora a fissare una ragazza con i jeans neri strappati, dove su ogni strappo c’erano dei glitter, con una maglia grigia che scopriva una spalla mal tatuata e delle zeppe luccicanti da ballerina di lapdance professionista.
Se siamo quello che cantiamo questa ha sbagliato tutto. Ha fatto solo repertori della Pausini!!!
Non tutti gli amici del festeggiato erano d’accordo però.
“Ma a te piace qui?”
“Io voglio vivere in un karaoke!”
“Ma che c’è gente c’è? Guarda quella grassona che dimena le tette cantando Mina”
Si fosse visto. Sembra un hobbit radical chic.
Roba che se esci con lui, inizia a parlare solo di lavoro, perchè diciamocelo ormai la gente è quello che fa non quello che è.
In questi posti invece trovi talento traballante, ma sempre acclamato.
Ti incitano sotto il palco, senza sapere con che contratto sei stato assunto.
E’ tutto basso.
Come quella porcona magrissima vestita di trasparenze nere e con il rossetto sui denti che pensava di ammaliarci quando cantava Giorgia. Fai schifo! Non becchi una nota, ma ti stimo per il coraggio.
“Ehi baffo ti presento mia moglie Milly!”
No ti prego! Sono già mezzo ubriaco e fumato, non posso reggere tutte queste emozioni.
“Piacere…io sono Milly…lo sai che una volta sono andata a vedere Nino D’angelo. Quando mi ha dato la mano sono tornata a casa con le calze strappate!”
Ecco. Personaggi così abitano in questo karaoke. Ma in Giappone è diverso. Ci vanno tutti.
Forse dovremmo iniziare a farlo anche noi. Cantare a squarcia gola e in alcuni casi vestirci un po’ meglio! 😛
E poi se siete estroversi fumate gratis e tutto sembra più bello! 😛
Il Portinaio