IN MOTO PERPETUO AL MONTE FUJI
Stamattina ci siamo alzati alle 7!
Sarà un mese che non mi sveglio a quest’ora.
Abbiamo deciso di fare la gita ai laghi sotto il monte Fuji, esattamente ad Hakone.
Ci siamo incontrati con Alice alla stazione di Yoyogi e poi con Michele a quella di Shinjuku. Partenza ore 9.
Sul treno il tempo passa in fretta perché hai tanto da guardare, sia fuori che dentro i vagoni!
La Piera, mentre stava guardando le parti basse di quello seduto di fianco a lei, ha esclamato:
P: “Ma è enorme!”
Dalla prospettiva in cui ero messo io, sembrava si riferisse al pube (il che è un miracolo per i giapponesi), invece era solo una super vespa o qualche insetto strano che si era appoggiato vicino alla patta del signore. Mordilo, così gli si gonfia!
Dopo un’ora e cinquanta siamo arrivati alla stazione di Odawara e lì abbiamo cambiato un altro treno per Hakone.
E siamo a quota 3 in poco più di due ore.
Arrivati, abbiamo iniziato a girovagare tra i binari come i gatti in calore, non capendo più niente. Ognuno diceva la sua.
A: “Andiamo all’Ufficio Informazioni?”
M: “Andiamo a bere un caffè?”
G: “Andiamo al museo dei giocattoli?”
P: “Andiamo a fare shopping?”
Tutti questi posti erano concentrati vicino alla stazione, quindi senza mai spostarci di neanche 500 metri siamo riusciti a fare tutto!
Peccato che dopo un’ora eravamo ancora…alla stazione!
M: “Il pullman costa 1000 yen ma ci mette 40 minuti, se prendiamo il taxi costa 4000 da dividere e ci mette 20 minuti.”
Che Budda lo prenda per i piedi a Michele!
Non era un taxista, ma un fan di Ayrton Senna!
Un signore anziano che correva come un matto, schivando la gente e i camion.
G: “Dite a questo coglione che non è Super Mario Kart!”
Dopo circa mezz’oretta siamo arrivati.
Vedere il monte Fuji è come vedere Dio!
È perfetto nella sua conicità, sempre bianco, maestoso e sembra proteggere tutto il popolo giapponese.
Io l’ho sempre visto nei cartoni animati e trovarmi al suo cospetto era quasi come vedere dal vivo Pollon!
I cinque laghi poi danno quel fascino in più a tutto il paesaggio.
Per emulare una delle scene più famose di Mimì Ajuara (la puntata numero 53, “La morte di Su tomo”, ndr), la Piera si è travestita da Mimì e si è messa a correre sul monte per allenarsi per la finale con le catene di Chanel, io l’ho seguita con un Ape Cross piena di frutta travestito da “fidanzato di Mimì” e poi mi sono buttato giù per la scarpata. Così a Mimì sono venuti i sensi di colpa e anche i seni di colpo!
A: “Andiamo a vedere a che ora parte il traghetto, pare che dall’altra parte del lago ci sia una città ancora ferma al periodo Edo.”
G: “Sì… Ma…”
P: “Prendiamo il vascello dei pirati?”
A: “Sì, andiamo a chiedere all’Ufficio Informazioni.”
Quindi giusto il tempo di prendere una polpettina di riso (onigiri) e di vedere tutti i moli e tutti i prezzi dei biglietti dei vascelli, e ci siamo imbarcati.
Sulla nave era pieno di taiwanesi e cinesi che si fotografavano con la statua del pirata “Willy l’Orbo”, una puzza di cipolla e aglio e a me mi veniva voglia solo di cantare “My heart will go on” della “Ciellina Dion”.
Dopo un’altra mezz’oretta col vento in “poppa della Piera”, siamo arrivati in questo paesello.
G: “Scusa dov’è la città Edo? Qui c’è solo una funicolare.”
A: “Non so, sulla guida era menzionata. Vado a chiedere all’Ufficio Informazioni?”
G: “E basta con ‘sto ufficio informazioni!!! Adesso ti appendiamo alla funivia per i capezzoli!!”
M: “Ragazzi c’è un problema, per un guasto tecnico la funivia è chiusa.”
P: “Ma se in Giappone funziona tutto!?”
A: “Vado a chiedere all’Ufficio Informazioni?”
G: “No, vai a chiedere al capoufficio informazioni se ha dell’arsenico e fattelo in vena che fa effetto subito.”
Quindi, dopo un breve giro allo shop della stazione della funivia con Hallo Kitty vestita da vascello e da Monte Fuji, siamo andati a Gora, il paese dove parte il treno che passa in mezzo alla foresta!
Altro giro, altra corsa.
Il tassista questa volta ci ha fatto pagare un po’ di più, perché furbamente continuava a dire: “mi fermo qui” e non si fermava, “mi fermo qui” e non si fermava. Poi ho tirato il freno a mano e gli ho chiesto se era di Napoli!
Gora sembra un po’ Ponte di Legno, però ha le terme sparsi qua e là.
M: “Non so a che ora parte il treno, però…”
A: “Vado all’Ufficio Informazioni?”
G: “Vuoi una testata?”
P: “C’è Hallo Kitty travestita da… Non capisco.”
M: “Dev’essere vestita da treno e questa qui da coniglio!”
A: “Potremmo chiedere all’Ufficio Informazioni.”
G: “Appena arriviamo nella foresta, ti lascio con la strega di Blair!”
Neanche il tempo di una sigaretta ed eravamo sul “mountain train”, che ha attraversato tutta la foresta, la steppa e anche il boschetto dietro casa di mio nonno.
Così abbiamo finito il giro dell’oca di Hakone!
Solo che le oche eravamo noi, coi piedi gonfi, le stimmate sulle mani e il sedere a forma di vagone.
M: “Adesso ci sarebbe da prendere il treno per Odawara, poi cambiare e prendere quello per Shinjuku ma se vogliamo possiamo scendere a Yoyogi e poi prenderne un altro.”
P: “Che bella la mia Hallo Kitty di legno fatta con gli alberi della foresta dei monti di Hakone!”
G: “Che bella la gita alle stazioni intorno al monte Fuji!”
A: “Che bello, ho imparato tutti i nomi dei capistazione e dell’Ufficio Informazioni!”
P: “Oggi mentre cercavo di assaggiare in un bar i pasticcini gratis mi hanno cacciata.”
Qui hanno perso tutti la Trebisonda, meno male che ci ha protetti il Fuji-San!
Sette treni e due taxy e due ciondoli di Hallo Kitty (l’ho regalato alla mia coinquilina, il mio). Ma almeno ho capito perché Mimì era sempre stanca quando doveva andare ad allenarsi.
Mata ne.
Il Portinaio