IL GIAPPONE NON É CRUELTY FREE
I cani in Giappone sono carini.
Sempre di razza, è difficile incrociare qualcuno con un bastardino, ma la mia amica Veronica mi ha detto che ci sono un sacco di volontari che aiutano quelli abbandonati.
I gatti in Giappone sono teneri e spesso fotogenici. Nelle librerie ci sono un sacco di volumi a loro dedicati. I padroni la mattina si svegliano creativi e il pomeriggio hanno già pubblicato il loro album fotografico con la storia del micetto.
I conigli sono così dolcini, che vengono anche utilizzati come intrattenitori di bar alla moda. Non se li mangiano come noi con le olive. Non sia mai! Maledetti occidentali cannibali. 😛
Anche i ricci vengono addestrati per servire ai tavoli, così i serpenti e persino i gufi.
Se dovesse capitarvi di entrare in un pet shop, mettetevi le mani davanti agli occhi.
Orde di cucciolini imprigionati in acquari attendono stremati di essere venduti. E se per Natale rimangono sul groppone al proprietario? Cosa succede?
Intanto guardate cosa ho visto:
Sta lavando un gatto!!
Non si fa porco diavolo!
!!!! Era impaurito e latrava come un matto.
Ci fosse stata la mia amica Lady Disturbia l’avrebbe polverizzata con un reattore nucleare, poi avrebbe asciugato il micetto sventurato e distrutto tutto il quartiere.
Dicevo che fine fanno Fido e Micio quando il giapponese medio si stufa?
Con una sola telefonata vengono prelevati da casa, portati in un centro sanitario e letteralmente gasati. Fine.
L’abbandono invece viene combattuto con una sorta di “pulizia etnica”, perché al giapponese piace avere tutto in ordine, igienizzato e organizzato. L’esterno ahimè non coincide con l’interno.
Peccato, perché in un paese dove efficienza e sicurezza sono il fiore all’occhiello della società, i diritti degli animali e spesso anche delle minoranze, vengono dimenticati.
Il Portinaio
Il resto dell’orrore potete leggerlo QUI