Lavoro sporco,  Portineria

DA LONTANO

Mi piaceva stare sul tuo balcone, sai?
Perché il panorama era fermo e statico. E tutto sembrava pulito. Ed in ordine.
Puntuale la campana della chiesa ricordava le ore che si perdevano.
Potevo spiare le vite degli altri nelle loro piccole case. Non sentivo freddo.
Tu mi guardavi dalla finestra della cucina, ma non uscivi mai.
Appoggiavo sempre i gomiti ed aspettavo che la nebbia salisse. Ci divideva il tempo di una sigaretta.
Le mani poi cercavano di scivolare sulla ringhiera, la testa china a guardare la combustione di una marlboro.
Credimi, volevo fare parte di quell’orizzonte.
Stavo benissimo in quel disegno, cercavo di stare fermo ed imparare il tuo sistema, ma ero così irrequieto.

Ti sazia il fumo, sai? Ti tiene compagnia.
E’ come giocare con il fuoco.
Inspiri catrame e trattieni tutto lo sporco dentro di te.
Per anni ho fatto così, ho cercato una dipendenza.
In quella solitudine ti guardavo.
Da quel vetro che ci separava, riflettendo le nostre vite.
Ho pensato al male che ho fatto, alle lacrime che ho visto versare.
Dovevo dare un nome a quei pianti, perché come ferite ormai aperte lasciavano entrare tutto il dolore che non avevo mai sentito.

Come il fumo che soffiavo, i ricordi prendevano forma.

Eppure per te ero una bella persona.
Non cercavi mai lo scontro, mentre io ero così determinato a dirti La Verità.
Volevo salvarti. Mi ero messo in testa che la vita ti avrebbe teso una trappola.
Volevo essere il tuo scudiero.
La cenere si avvicinava al filtro, perdevo le difese e il nodo alla gola si stringeva.

Apri questa benedetta porta, sopporta questo odore di sigaretta, lasciami entrare.

Ma niente… dovevo aspettare.
Io avevo fede in quell’attesa.

Guardavo le tue piante verdi, in quei vasi ricolmi di terra.
Nessun fiore è mai stato piantato. Dicevi che attirano le api.

(E’) Strano pretendere di evitare la natura con la natura.

Eppure loro venivano lo stesso, di nascosto, senza farsi vedere da te.
Mi ripetevo che io non avrei fatto come loro.
Che ti avrei dimostrato il mio coraggio.
Eppure mi fermavo, perchè ogni giorno mi disarmavi. E il mio cavallo ormai era stanco di correre.
Non riuscivo più a proteggermi. Le mie intenzioni, nonostante fossero stracolme di miele dolciastro, risultavano così amare.

Qualche volta ti perdevi, dal vetro non ti vedevo più.
Eri distratta.
Vuoi la televisione? Vuoi la lavatrice da svuotare?
Sentivo i tuoi passi. Sapevo che saresti tornata.

Dimmi…
Tu, Mi Vedevi?

Cosa pensavi? A quanto sarebbe durata?
Hai mai creduto a una mia parola?
Me ne andavo da casa tua cercando sempre un tuo sguardo, cercando sempre di lasciare un pezzo di me.

I posaceneri pieni, lo spazzolino sul lavandino, i biglietti nascosti.
Perché nonostante fossi distante, volevo che la mia presenza invadesse la tua vita.

Ma eri così brava a spegnere quei fuochi fatui.
L’odore di casa tua era familiare. Mi piaceva.
Forse era il balcone che mi provocava le vertigini.
Vertigini interiori, fatte di sensi di colpa, rancori, illusioni.
Io soffocavo, però mi piaceva.

Finalmente tutto si rivelava.
La nebbia scendeva e potevo Vedere.
Vedere quello che avrei fatto per te.

Ti amerò. Ma non come fanno tutti.
Lo farò da lontano.
Chi l’ha detto che due persone che si amano devono stare per forza insieme?
Hai preso un’altra strada, con la scusa del “saremo legati per sempre”.
Mi hai lasciato così, come uno stupido, con quel filo rosso che il destino si dice congiunga alla persona amata.
Avevamo programmato tutto. Io l’inizio. Tu la fine.
Ti ho concesso il colpo di grazia.
Allora, corri, amore mio.
Io comunque ti amerò da lontano.
Proteggerò le tue notti e farò in modo che nessuno possa svegliarti.
Starò lì, appoggiato al tuo letto.
Sarò il balsamo sulle tue labbra, ti spalmerò la crema su quelle mani screpolate.
Quando aprirai gli occhi sarò il primo a guardarti. Non ti farò mancare niente.
Avrai cieca fortuna, perchè sarò io a far girare la ruota a tuo favore.
Sceglierò la frutta migliore, così che tu possa centrifugarla ed uccidermi ancora.
Di me rimarrà solo l’essenza. Non l’assenza.
Avrai voglia di chiamarmi, mandarmi un messaggio.
Ma io lo saprò prima.
Ci sono mille risposte intorno a te.

Corri fra le braccia di un altro, abita la sua vita, scambialo per me.
Ma non varrà tutto quello che sto scrivendo.
Brucia le mie lettere.
Fa che le mie parole diventino parte del cielo.
Feriscimi ancora.
Raccontami dei tuoi tradimenti, che come rasoi tagliavano la mia schiena.
Non preoccuparti del mio oblio, è la mia forza.
Io sarò sempre dietro la finestra, con la sigaretta in mano.
Da lontano immaginerò il tuo corpo, il tuo sapore, il tuo sorriso.
Avrò cura del tuo disordine.
Probabilmente ti dimenticherai di me, ma io tornerò prepotente come le api sul tuo balcone.
Farò attenzione quando berrai il thè.
Chiuderò le imposte, così che nessuno ti possa spaventare.
E se non sarai più sola, allora asseconderò la tua vita, perchè sia la migliore che tu abbia mai vissuto.
Non sei mai stata l’alternativa alla mia.
Ma se in questo mondo non ci siamo scelti, allora, te lo ripeto: ti amerò da lontano!
Spegni la tua testa.
Annoiati.
Conquista altri amanti.
Spendi tutti i tuoi soldi.
Umilia i tuoi sogni.
Distruggi le vite degli altri.
Regala le tue fiches al primo offerente.
Ma non perdere il mio ricordo. Lasciami entrare. Smetterò di fumare per non farti sentire la mia presenza.
Sarò indelebile sul tuo cuore. Ti basterà mettere una mano sul petto per richiamarmi ed io apparirò anche solo per strapparti un sorriso.

Mi dicevi che cercavi solo di essere felice.
E questo è il regalo più grande che ti posso fare.
Dirti, ogni giorno, “Buongiorno” ed immaginare le tue mani che si stroppicciano gli occhi.

Per me, quella, era già Felicità!

Il Portinaio

Non c’è stato un momento preciso nemmeno un saluto
un regalo sbagliato uno sguardo d’intesa
mi hai lasciato in cucina un biglietto scaduto (R.)

 

voglio dormire con te

 

 

 

11 commenti

  • Meg

    Che dire…

    Ce strano, non pensavo che tu e tutto quello che non so di te, foste presenze costanti nella mia mente, una nota musicale mai stonata, un’immagine mai sbiadita, un profumo mai svanito … una piccola fortuna che conservo tra le pagine del libro della mia storia come un quadrifoglio di attesa fortuna.
    L’abitate da tempo, forse da sempre perché da sempre rincorro una identità misteriosa che sa parlarmi di te e che vorrei fosse come te! Ma te …chi sei ?! Un estraneo che in fondo, estraneo non sei.
    Ti sei accomodato tra le cose che tengo nel ripostiglio del mio essere facendo un gran rumore per far sentire che ci sei….non serve sai, mi basta poco per accorgermi che bivacchi dentro di me.
    Che dire di te che come un sole e una luna, ogni giorno sorgi e tramonti nel cielo della mia vita?
    Che come tanti, sai essere lontano ma allo stesso tempo, sei vicino; che come molti mi parli ma che sei pure in grado di nasconderti dietro a grandi silenzi; che ti avvicini silenziosamente e subito dopo, e in punta di piedi, ti allontani … che se per un attimo mi allunghi la mano, la sai anche frettolosamente retrarre.
    Che dire di te che timidamente vorresti ma che in egual modo, ti neghi.
    Chi sei tu, che senza esitare sei in grado di trasformare un tuo dolce si in un duro e violento no.
    E ancora ….. che dire di te che inaspettatamente ti piace giocare a nascondino ma che dopo averti fatto trovare, ti nascondi nuovamente dietro il tempo che ci divide; dietro allo stesso miraggio di te stesso, diventando un pallido fantasma che abita un castello di perché.
    Tu, si proprio tu, inesorabile concentrato di pensieri e di emozioni frettolosamente vissute e svanite come il fumo di mille sigarette, all’ombra della tua stessa quotidianità.
    Tu, faro acceso su di un mare di lontananza che nessun esperto navigatore, è mai riuscito a navigare e ad accorciare …. riuscirò mai io a farlo?
    Eppure, il tuo segnale è ben visibile, mi giunge, mi guida e allo stesso tempo mi acceca sino a farmi perdere la giusta rotta.
    Guardo e scruto oltre l’orizzonte, tra onde di pensieri e parole che instancabilmente, lancio come un esasperato s.o.s.
    Parole scritte e affidate al mare della quotidianità, dentro a una bottiglia di speranza e attesa.
    La mia bussola è impazzita ma con fiducia, seguo il mio istinto e il ritmo della voga del mio cuore.
    Che dire ancora di te, che ovunque io sia, mi ritrovo sulla tua mappa cercando di tracciare una nuova e sicura rotta che abbia il tuo nome.
    Forse una sola cosa posso dire e affermare: mi manchi!!!

    • Meg

      Il Desiderio.

      …. Il Desiderio ha molte facce e sfumature che possono far parlare di noi stessi e del nostro vissuto.
      Nulla si distoglie da questo naturale e primordiale istinto che come tanti automi, ci spinge a poter vivere certe situazioni e le tante emozioni della vita ma il Desiderio, deve saper andare ben oltre affinché esso sia e venga appagato appieno.
      Solitamente ciascuno di noi, pensa e confina il Desiderio, verso una direzione a senso unico ossia, la capacità e la possibilità di poter sentire, di poter vedere, di poter realizzare e di poter arrivare per poi in tale modo, ricevere qualcosa; una sorta di spesa dettata dal nostro ego.
      Pochi invece sanno o, concepiscono il Desiderio, come una più profonda caratteristica insita da sempre nel genere umano; caratteristica e capacità in grado di distinguerci individualmente, lontani dalla massa e dall’anonimato ed egoistico modo di vivere.
      Il vero Desiderio, dovrebbe essere quello che ci spinge a capire in prima persona chi e cosa ci circonda, per poi essere noi stessi in grado di trasmettere emozioni e quindi, di comunicare una certa profondità del proprio io, valorizzando a sua volta quello dell’altro.
      Meno parole, meno pareri, meno giudizi affrettati e gratuiti.
      Maggiori azioni, gesta più concrete e mani tese; cuore più aperto e orecchie e occhi ben spalancati, sono i veri passi del vero Desiderio per arrivare e riuscire a saper rendere e dare un giusto valore alla dimensione Uomo; un reale modo di essere e di concepire un servizio qualunque sia il punto di vista di coloro che ci vogliono avvicinare per leggerci o guardarci dentro, tralasciando per un attimo e senza indugio, i colori della nostra pubblica e individuale apparenza e posizione sociale sulla quale ahimè, spesso ci si basa!
      Solo in questo modo onesto e veritiero, si potrà ricevere gratuitamente qualcosa e anche la più piccola cosa vissuta e/o condivisa, avrà una valenza maggiore; un sapore che mai ci abbandonerà come un semplice ricordo del nostro vissuto.
      Tutto il resto, sa di falsità e ipocrisia!!!
      … E un Amico vero, questo lo sa…lo dovrebbe sapere!

  • Meg

    Perché ?

    …Perché una persona si deve gettare nel frenetico e spasmodico pensiero di un’altra persona? … Di un suo simile? Perché ne deve seguire i passi senza avere la certezza e la speranza di poterlo raggiungere? Perché non essendo stato baciato dalla sua profonda conoscenza, ci si lascia catturare dalla credenza di far parte del suo mondo? Utopia? Illusione o, un semplice uno specchio per le allodole che nel breve attimo di un respiro, volano all’inseguimento di questo irresistibile luccichio? In questo modo un nuovo perché nasce, seguito da altri interrogativi mentre tu, pensiero, batti il ritmo di ogni giorno, Inesorabilmente scandisci il tempo di un orologio che tempo non ha e che al tempo stesso, non si arrende e non si ferma. Il cammino si fa tortuoso e affannoso come un respiro sempre più affaticato e corto dopo una folle corsa verso chi? Verso che cosa? … Forse verso al nulla e al niente. Ma il nulla e il niente esistono come dimensione? Si, se il nostro vivere si limita alla rinuncia anche di un solo sogno. Dopo tutto sognare è una piccola rivincita sulla monotona e pesante attesa, dinanzi a un binario morto, seduti sulla nostra valigia di cartone piena di progettualità e forse, anche di vane speranze. Una valigia satura di aspirazioni e voglia di partire, nel nome di un bene assai prezioso: libertà … libertà di poter essere e di poter ancora osare in tutto e con tutto quello che ci circonda. Parole, emozioni … semplici sensazioni palpabili e respirabili a ogni sorgere di un nuovo sole; vivibili anche nel silenzio di mille notti all’ombra del pallido cerchio della luna che ne è testimone. Gli attimi di vita passano e i perché aumentano rivestendosi di e con tante incertezze e con altrettante lontananze. Ma a volte la lontananza maggiore consiste in quella che abbiamo con noi stessi, negandoci al presente, vittime di un passato ma sperando in un futuro. Una lontananza che abbiamo verso il nostro io, nei confronti della nostra stessa natura, da sempre avida, curiosa e allo stesso tempo titubante, incerta e pigra nell’avvicinarci alla nostra primordiale dimensione; originando nuove incertezze, altre perplessità e nuovi perché. Ma per un perché non risolto si può anche morire? Si, si può poiché non si mantiene viva la consapevolezza di noi stessi ma, ci si nasconde dietro falsi alibi di comodo, risultando ancora una volta facili prede delle nostre indecisioni e fragilità! Ecco ho dato vita a un nuovo perché che sa di te, che piano piano sorseggio cercando di non finirlo troppo in fretta. Cercherò di metterne un po? da parte così come ho messo in tasca un po’ del tuo respiro per poterlo sentire su di me quando il mio si fermerà per udirlo e non ci sarà nessun perché che mi impedisca di udire anche da lontano la tua presenza.

  • Meg

    L’attesa.

    L’attesa attenua le passioni mediocri e aumenta quelle più grandi e ora, mi sento come se stessi aspettando qualcosa che so non arriverà mai.
    Noi tutti viviamo nell’attesa di qualcosa e di qualcuno ma, siamo propensi per la sorpresa.
    Forse perché adoro sognare o illudermi e sperare e questo, ti fa sentire più vivo mentre allo stesso tempo tra la nebbia della stessa attesa, sento che te ne vai …. no, aspetta, non ho ancora terminato di aspettarti … di trovarti.
    Hai mai provato la sensazione di essere li, a bordo di un precipizio e non sapere che fare?
    … Tra fare un passo indietro e lasciarti andare, cosa sceglieresti? … Di lasciarti andare?
    Ecco, questa è l’attesa!
    L’attesa, quel piccolo e grande particolare che da solo riesce a riempire attimi vuoti e un cielo immenso e alo stesso tempo, di crearne a sua volta degli altri e dove altri vedono solamente un puntino insignificante, io vedo un tutto …. vedo Te Amico !
    Si, tu, attesa che in te stessa racchiudi inizio e fine, gioia e dolore, lacrime e sorrisi; sospiri e batticuori … dolcezza o amarezza, rassegnazione o tormento.
    L’attesa è tutto questo e molto di più.
    E’ sperare che qualcosa migliori e cambi attorno e dentro di noi, nelle nostre azioni e nelle nostre scelte; che ci sia un cambiamento nel nostro mondo e nella nostra vita; che tante cose non si manifestino più, che certi dolori e perdite, cessino di essere il nostro quotidiano.
    L’attesa è saper guardare lontano, molto lontano oltre a qualsiasi confine e barriera … anche oltre a noi stessi senza mai perdere la speranza.
    L’attesa, è quella spasmodica frenesia della stessa incertezza che giorno dopo giorno, genera paura e timore che non finisca mai.
    E’ quella fame e sete di sapere quando potrà mai finire.
    E’ la stessa curiosità di scoprire su quale strada ti condurrà, in quale stazione o fermata della tua vita ti ritroverai in sua compagnia.
    E’ un viaggio di sola andata, una partenza rallentata, una valigia sempre chiusa e mai disfatta, una lettera mai spedita o mai scritta o mai letta.
    L’attesa è alla base della nostra stessa natura, è l’essenza della nostra anima.
    Essa non è un calcolo matematico ma, una data dentro ed entro la quale tutto si svolge e prende forma; gli stessi eventi si nutrono di lei e da lei, prendono vita.
    In te, c’è molto di più di quanto vuoi far credere e far vedere perché di meno, non può esserci.
    E’ difficile accettarti e stare li con te ad aspettare qualcosa, qualcuno che potrebbe non arrivare mai ma, è ancor più difficile quando sai che è l’unica cosa che vorresti mentre tu, ti prendi gioco dell’attimo .
    A volte non si dovrebbe attendere nulla e nulla ci si dovrebbe aspettare ma è pur vero che forse, non abbiamo tracciato o lasciato evidenti segni di noi stessi e per questo, risultiamo non visibili e irraggiungibili.
    No, io non mi rassegno, io attendo ma se tu tardi a trovarmi, a raggiungermi, insisti.
    Se non ci sono in un posto, cercami in un altro perché io, sono seduto da una qualche parte che attendo.
    Solamente una cosa rende impossibile tutto questo: la paura di fallire.
    Nulla e niente è impossibile così come, il non poter aspettare.
    Arriva sempre il momento giusto per tutto: basta saper attendere.
    Anche la luna, quando piena risplende nel firmamento, può, potrebbe lasciarsi andare e caderti tra le braccia ma se tu non le apri …. questa è la magia del sogno che si innalza in volo .
    Nell’attesa muore solo un Amore che smette di essere sognato, un’Amicizia che cessa di essere ricordata e nutrita… una pace violata, un diritto negato, una violenza gratuita.
    Nell’attesa svanisce solamente quell’attimo mai cercato, le parole mai dette ma taciute, le stessa gesta, le speranze e le emozioni mai vissute.
    La speranza è la sola cosa in cui si manifesta la verità e il coraggio di una vita, lei stessa una continua attesa tra un esame e l’altro; una fresca o gelida folata di vento che tutto può portare ma che pure, tutto può rubare precipitandoci nel rischio.
    Questo, ci lascia immobili e a volte, pure increduli e sfiduciati sotto il peso del dover attendere e intraprendere un nuovo percorso ma iniziare un nuovo cammino, spaventa.
    Ma dopo ogni passo che percorreremo, ci renderemo conto di come era pericoloso rimanere li fermi, inermi senza rimboccarsi le maniche anche se, dopo tutto, noi siamo quello che ci hanno permesso di vivere, di sognare e di attendere.
    Il mondo è nelle nostre mani, nelle mani di coloro che hanno il coraggio di correre il rischio di vivere i propri sogni e alimentare le proprie speranze.
    La radice più difficile da estirpare, è la convinzione che nulla può mutare, anche nei nostri pensieri più profondi.
    Se non ci fossi tu, attesa, non ci sarebbero nemmeno i sogni, il desiderio e la speranza e una vita senza sogni e priva di speranza, è come una barca senza vento …. una barca destinata alla deriva!

    • Meg

      Quello che vorrei … Quello che non ho.

      Qui vicino e così lontano, a un passo da te; visibile e allo stesso tempo invisibile!
      Forse non sai quello che per te sentimento, darei per saperti felice e poter condividere anche un piccolo istante e una sola briciola della tua vita.
      Avere sempre la sensazione di essere al punto di partenza, il dover chiudere la porta e lasciare fuori il mondo dalla propria stanza mentre fingersi felici e liberi; lasciare che l’insoddisfazione passi da sola, è un abito ormai scucito e usurato ma tenendoti per mano, col pensiero ti dico: rimani qui ancora.
      Un nuovo domani bussa alla porta e si presenta con la stessa faccia di sempre anche se, si spera che porti qualcosa di veramente un nuovo. Ecco, il pensiero si stacca e va, vola via, corre verso di te …. Sentimento che vorrei …. Quello che non ho!
      Gli basta poco per tuffarsi nel tuo essere, saperti riconoscere fra il frastuono e il rumore della gente; in attesa di un bacio che come un forte vento che tutto muove e tutto porta via, sappia portarmi verso di te.
      Osa e sfida il tempo e le avversità.
      Pazientemente ti attende e respira il tuo ricordo … si perde ma poi, si ritrova sulla scia del tuo nome.
      Si, il pensiero vola ovunque tu sei e sarai.
      L’anima sussulta se per un attimo ti fermi a guardarla.
      Per te si spoglia, si dona e ti ama.
      Non gli importa nulla tranne che fermare insieme a te un istante.
      Questo poco, di questo poco mi accontenterei essendo questo poco come l’eternità.
      Questo è quello che vorrei … Quello che non ho!
      No, non mi fermo!
      Il pensiero stesso vola ancora e se nuovamente ti pensa e ti cerca, è perché non si arrende, perché spera, perché …. ti vuole ancora pur non avendoti mai avuto.
      … Questo è quello che vorrei … ma quello che non avrò mai!

  • Meg

    La lontananza

    …. Distacco nel tempo e nello spazio tra sguardi e vissuto, vera nemica degli affetti, dei sentimenti di qualsiasi colore; terre aride e desertiche che si aprono e che si estendono come lunghe crepe dentro di noi.
    Rivestita di dolore, la lontananza acerbo frutto della separazione, ci fa comprendere anche il legame con chi è lontano o con chi se ne è andato … ci fa comprendere la nostra capacità di amare e di desiderare che la lontananza, magicamente si trasformi in un ritorno, in una nuova presenza.
    La lontananza, rimpicciolisce la nostra storia, gli oggetti e le cose per i nostri occhi ma, tutto ingrandisce per il nostro pensiero sempre rivolto a chi non teniamo per mano.
    Per questo vorrei essere un pensiero indelebile per accompagnarti durante i tuoi giorni … essere un sogno che prende vita a ogni tuo respiro, per poter stare con te tutta la notte … tutta la vita e oltre ad essa.
    Ora possiamo essere materialmente lontani ma le tue orme, hanno lasciato una inconfondibile traccia dentro di me; orme che instancabilmente in silenzio seguo.

  • Meg

    Ed eccomi qua, come tanti catapultato tra la polvere di questa vita, libero e nudo ma allo stesso tempo, prigioniero e vestito; imprigionato nel labirinto degli schemi e delle regole. Chi non si è mai sentito così e privato de se stesso? Ed è qui che rialzandomi da varie cadute, in me sento ed ho conosciuto te: Desiderio! Desiderio di me, desiderio di te, desiderio di noi…di quella libertà di essere, di fare, di dire…di partire o di arrivare; libertà di osare, di darsi e di svoltare un angolo dove l’essenza del proibito ci sa attendere. Si, desiderio di me, di te, di noi; desiderio del desiderio stesso; che non sia una nuova bugia, un nuovo inganno….un miraggio … una nuova delusione, un pungente e devastante nuovo dolore. Desiderio di cercarti e di essere cercato ma … tutto fugge, tutto si nasconde dietro al silenzio. Desiderio di averti ma…..tutto ti viene negato. Desiderio di pronunciare un nome, quel nome che nessuno deve sapere, un nome proibito come l’antica mela ma, desideroso di morderla anche se nel farlo, sarebbe una condanna…condanna al desiderio infinito. Desiderio è voler: urlare: Rimani, Ti Amo ma che servirebbe oramai quando intravedi un nuovo inganno, un nuovo dolore? Ma non ti importa, il desiderio persiste, per lui vivi, aumentea e ti prende, di cattura .. .. ti fa suo sotto il peso di mille giorni e mille notti dove nulla cambia, dove tutto persiste. Il desiderio ti scuote e ti strappa dalle tue presunte certezze e sicurezze, ti porta lontano la, dove tutto ha il colore dell’inferno, dove ardore e passione sono ceppi che mai si consumano. E’ una febbre che sale e che mai si spegne come l’arsura che senti dentro e su di te. Come un’onda si scaglia sulla scogliera della tua vita, la sbriciola e con se, porta ciò che ne rimane. E’ qualcosa di indescrivibile, un’apoteosi di emozioni e vibrazioni che ti scorrono nelle vene; un dolce veleno che non ti fa morire o forse si…di desiderio!!! Più sei lontano e più allo stesso tempo desiderio, sei vicino e inevitabile come il susseguirsi delle stagioni, l’alternarsi del giorno alla notte. Sei come una pioggia battente, una pioggia acida che corrode tutto tranne il tuo ricordo, la tua stessa inconfondibile immagine tra i tanti manichini di questa vita che molto ti chiede e poco nulla ti dona, ti lascia … ti permette. Sei quel tutto indefinibile ma che solo il desiderio ti saprebbe descrivere. Si, desiderio di me, desiderio di te, deisderio di tutto. Difficile, impossibile non cercarti, non desiderarti, non pensarti anche con il silenzio. Se così non fosse, non ti chiameresto desiderio, come tale non verresti percepito ma ugualmente per te, desiderio, si potrebbe ancora una volta morire e io, sarei pronto a farlo sotto il dolce peso di un attimo di desiderio!

  • Meg

    Per te oggi vorrei … vorrei ….

    Vorrei raggiungerti con mille parole che cavalcando i pensieri, possano raggiungerti.
    Vorrei essere in grado di dirti quello che mai nessuno ha saputo o ha voluto dirti; parole che ti facciano battere il cuore e per un attimo, tu ti senta e tu possa dire: non sono solo!

    Vorrei regalarti i miei occhi per poterti far vedere quello che non vedi, i miei stessi passi affinché tu, possa andare lontano.
    Vorrei spogliarti delle tue difficoltà per poi rivestirti con abiti di nuove speranze.
    Vorrei caricarmi delle tue fatiche e delle tue stesse rinunce …. lasciando spazio alle certezze.
    Vorrei spingerti in un viaggio fantastico dove il miele di mille emozioni, siano in grado di addolcire ogni tuo respiro ogni qualvolta tu, ti affaccerai sull’uscio di un nuovo giorno.
    Vorrei che le tue notti siano magiche ed eterne, con la complicità di mille lune luminose e silenziose; essere in grado di assorbire ogni tua malinconia e paura, per lasciar spazio alla tua allegria.
    Vorrei essere quel presente capace di travestirsi di futuro … un futuro migliore dove la mano di un Amico, sia in grado di stringere senza indugio la tua; pronto ad afferrarti e a sostenerti nei momenti difficili, per essere vicini nonostante la lontananza che svanisce dinanzi al sentimento dell’Amicizia.
    Vorrei regalarti risposte per ogni tuo perché. Essere in grado di sciogliere ogni tuo nodo interiore, una porta da varcare anche attraverso semplici parole e pensieri…. una lanterna per i tuoi sentieri bui.
    Vorrei un mondo nuovo che ti vada a pennello, un mondo riverniciato e rivestito a festa perché la festa dentro di te non finisca mai nemmeno con il trascorrere del tempo.
    Vorrei comporre una musica che solo di te, sappia parlare a questo mondo distratto affinché tutti, si accorgano della tua esistenza e che la monotonia dei giorni consumati nell’attesa, scappi via.
    Quante cose che vorrei per te….
    Vorrei che tu non avessi mai freddo, ne fame , ne sete di certezze ma che tu possa andare lontano, arrivando la dove, il tuo cuore ti dice di andare; la dove, la tua anima desidera essere.
    Vorrei tutto questo e molto di più e questo tutto, te lo auguro nel distratto silenzio di ogni tuo giorno!

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