Amico è,  Blog degli altri,  Cucca in cucina,  Fai un concorso anche tu,  In viaggio con il Portinaio,  Italians do it better

BLOGFEST (All you can eat)

all you can eat

Premessa.
Il giorno prima del Blogfest, per festeggiare la mia “ingiusta” candidatura io, il grafico, il mio webmaster e la nosta guardia del corpo siamo andati a mangiare da Wakaba a Milano.
Per dovere di cronaca dovete sapere che questo ristorante pseudo giapponese gestito da cinesi, si trova in Piazza Emilia, vicino al Plastic.
L’ambiente, come direbbero i noiosi critici dei ristoranti è confotevole. Non c’è puzzo di “frittolo” e le cameriere sembrano simpatiche.
Tranne una!!!
Appena inizi ad ordinare al tavolo, sua sgraziata “Cin ciao lin” incomincia a ribadirti che se non mangi tutto devi pagare.
La sanno anche i muri questa regola, in tutti i ristoranti ci rompete i coglioni.
Siamo arrivati affamati come i concorrenti dell’Isola dei Famosi. E ,come dei miliardari russi, abbiamo ordinato trecento piatti a testa, 40 birre medie, una bottiglia d’acqua gasata e 8 zuppe di miso.
Dopo trenta minuti neanche l’ombra di un chicco di riso.
Passata l’ora abbondante è arrivato un piatto di alghe con aceto e sesamo. Per le nostre pupille, colte da allucinazioni visive era come vedere spaghetti al pesto.
Così per smorzare la fame abbiamo ordinato altre 16 zuppe di miso e allo scoccare delle due ore il nostro stomaco sembrava un pentola a pressione.
Webmaster ha incominciato ad iniettarsi la soia in vena, io a contare le doppie punte di quella a fianco al mio tavolo,  guardia del corpo controllava se non ci fossero attentatori e il nostro “abbondante” grafico sognava pappardelle al cinghiale.
Ma la ineducata cameriera orientale ci ha accontentati subito. In men che non si dica sono arrivate 40 portate di ogni genere.
Che furbi che sono.
Come dei Gremlins ci siamo inghiottiti la di ogni intufando l’ambiente.
Ma due di noi hanno avanzato un po’ di riso nel Cirashi!
Apriti cielo! Neanche mia nonna si offendeva così.

“Tu avanzato Liso in piatto pagaLe”
“Ho capito”
“OLa io dico mia capa”
“Ok…”
“Tu avanzato Liso in piatto pagaLe”
“Sì…è tutta la sera che lo dici ad ogni cliente”
“Tu avanzato Liso in piatto pagaLe”

Il grafico del Portinaio che è noto per la sua pazienza, diplomazia e pacatezza (oltre che bravura) ha iniziato a ruggire come un leone pronto per l’accoppiamento.

“Ok, noi ti paghiamo il riso ma tu ricorda che ci hai fatto aspettare due ore”
“Tu avanzato Liso in piatto pagaLe”
“Ok, noi ti paghiamo il riso ma tu ricorda che ci hai fatto aspettare due ore”
“Tu avanzato Liso in piatto pagaLe”

Mio intervento:
“Sembrate una cd che salta, magari se continuate il discorso!”

“Vi sembra giusto fare così? Fate gonfiare la gente di liquidi e poi portate tutti i piatti insieme”
“Mia capa ha detto pagaLe”
“Quant’è?”
“3 euro!”

Mio intervento:
“E tu è mezz’ora che ci spaventi per farci pagare 3 euro?”
“Io avevo detto pLima”
“Senti tieni 5 euro e con il resto comprati il gelato”

Wakaba è un discreto ristorante giapponese, il suo menù è molto vario ma non è ottimo e caro come l’Osaka in Corso Garibaldi.
Se fate 500 metri a piedi verso Viale Umbria troverete Hanabi,  un altro “discreto” ristorante “all you can eat” a 19 euro contro il “solo 28 euro” (che poi diventano 35) di Wakaba.
Salvo poi finire all’Arigatou

bimbo giappo

Siamo partiti verso le 16:30, meta la maison di Lady Disturbia.
Per quelli che non lo sanno L.D. è tornata nel suo regno dei Mini Pony. Ha riabbracciato le sue gatte e affittato un carinissimo appartamento di fronte al castello di Brescia. Almeno credo lo sia.
Dopo un’ora spaccata siamo arrivati a destinazione.
L.D. è sempre carina e ben fornita davanti. Prima del nostro arrivo è stata vittima di tre ciclisti attempati che l’hanno bollata come “bella gnocca”.
Secondo me potevano anche marcare di più il commento con “Quanti ti farei”, “Siediti sulla mia canna” e ” Fòmna zùena e òm vècc, j mpienés la cà dè s-cècc” (dialetto bresciano).
La strada per arrivare a Riva del Garda è un susseguirsi di gallerie, e curve. Rischi di morire ogni 500 metri.
Il Sito del Blogfest consigliava di prendere la Gardesana Orientale, ma questo voleva dire farsi quasi tutto il perimetro del  lago. E siccome il Garda assomiglia ad un pene, non avevamo voglia di risalire dallo scroto.
Non sapevo che Riva fosse in Trentino, appena visto il cartello del “cambio regione” mi sono allarmato.

“Piera non è che l’abbiamo presa larga? E se finiamo in Austria?”
“Tranquillo i miei seni hanno il tom tom incorporato”

La città è la classica località di lago quindi c’è il lago, la piazzetta, le boutique fashion e il negozio “Cose Belle”, che vista la vetrina dovrebbe cambiare nome in “Cose dell’Aldilà”.
L’unico problema era trovare “La Rocca”, che non sapevamo proprio dove fosse.

“Ma perchè non li hanno fatti sul monte Cervino?”
“Piera non lo so…”
“O magari alle Isole Tremiti”
“Pinarella di Cervia?”

Bene, da classici turisti per caso abbiamo iniziato a fermare i passanti.

“Scusi signora gentilmente sa dirmi dov’è La Rocca?”
“I don’t live in this city”

Vabbè siamo in una località lacustre, meta amatissima degli stranieri, ci andrà meglio con il prossimo.

“Scusi signora gentilmente sa dirmi dov’è La Rocca?”
“Eu nu locuiesc în acest oraş”

Questa è sicuramente una badante di qualche vecchia miliardaria che è qui a svernare, proviamo con un uomo. Magari scuro…si sa noi “meridionali” siamo ovunque.

“Scusi signore gentilmente sa dirmi dov’è La Rocca?”
“أنا لا أعيش في هذه المدينة”

Forse abbiamo esagerato a scegliere uno con l’eccesso di melanina.

“Scusi signore gentilmente sa dirmi dov’è La Rocca?”
“Ich glaube nicht, in dieser Stadt leben”

Ma c’è il BlogFest in questa città o è “Giochi senza frontiere?”

Continua domani

Il Portinaio

Vi lascio con le foto della rivista Giapponese “Come va?” che potete trovare in tutti i ristoranti nippo affiliati. Voi notate qualcosa di imbarazzante in questa foto? A parte che si parla sempre e solo di cibo? 😛

rivista come va?

11 commenti

Commenta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.