LE CRONACHE DEL MAGAZZINO 4° Volume – III Parte (Bestiario)
“Scusi ragazzo con queste scarpe mio marito mi viene dietro”
“Signora non sono un sessuologo”
“????”
“Forse non ho capito può ripetere?”
“Che con queste scarpe mio marito mi viene indietro”
“Mi scusi pensavo a delle pratiche non citate nella Bibbia”
Le Mbt, le famose scarpe fashion per tetraplegiche, sono state per un po’ la novità del negozio dove lavoravo.
A provarle non sono male, ma dopo un po’ ti viene il vomito e assumi una postura che alla fine non è che faccia poi così bene.
Prendete me ad esempio: ho i piedi piatti!
La mia spina dorsale si è abituata, conosco le scarpe che mi danno sollievo e quelle che proprio non posso indossare. Perchè alla mia veneranda età dovrei mettere dei costrittori di talloni e giocare al marinaio?
Avete mai visti quelli che indossano le Mbt? Sembrano ubriachi già dopo il primo passo.
Mia madre le ha volute a tutti i costi e, dopo dieci mimuti che le indossava, era già inciampata due volte, accusava emicranie e vedeva il fantasma della sua bisnonna.
Alcune mie clienti dicevano che per colpa di queste scarpe si erano rotte il femore scivolando dalle scale, ma che durante la riabilitazione erano comode come scaldapiedi.
AltroConsumo, giornaletto polemico che seguo sempre, non le etichetta come efficacissime.
Di solito non sono le scarpe più belle ad essere più scomode? Perchè per le Mbt è il contrario?
Tra le marche che sono transitate nel negozio ho visto le creative “Monella Vagabonda”. Copie delle brutte copie di tutte le scarpe che potete immaginare. E poi che nome è?
Anch’io voglio fare quello che inventa il naming delle aziende di abbigliamento. Quando studiavo da Copywriter ero piuttosto bravo.
1 ) Rom per una notte (Abbigliamento casual e comodo per stare vicino ai semafori)
2 ) Strozzino Topino (Moda per bambini con la indole a chiedere interessi alle maestre di scuola)
3 ) Orfanella Biricchina (Scartata dall’azienda Monella Vagabonda)
4 ) Adagio randagio (Abbigliamento per anziani abbandonati negli ospizi)
5 ) Lazzarone battifiacca (Scarpe dal peso specifico di 40 chili per non muovere un passo in più)
6 ) Pitocco pitocca (Le scarpe unisex, così risparmi)
7 ) Pellegrina moccolona (Accessori per chi soffre di raffreddore cronico)
8 ) Grossomodo fumosamente (Dovrebbero essere scarpe ma puoi usarle anche come fermaporta)
Oltre a Stella, un’altra veterana del negozio era “la Pinella”. Donna di bassa statura sofferente di una malattia psicosomatica comune agli stressati: la psoriasi.
A seconda delle stagioni la sua pelle mutava come quella dei serpenti. Era una devota dell’omeopatia e si curava in una maniera alquanto bizzarra.
“La Pinella vuoi una caramella?”
“Non posso mangiarle”
“Perchè?”
“Si cariano i denti”
“Ma se ne hai tre!”
La Pinella non ha mai capito che la Propoli va ingoiata e non spalmata sui denti!
Così un sacco di volte la scambiavano per Francis il Mulo.
Mi piaceva ascoltarla, perchè aveva sempre un aneddoto da raccontare ed era senza filtri.
Con la menopausa aveva accumulato una libido altissima e, a differenza di Stella che non sapeva cosa fosse il Cunilingus, la cara Pinella ci sapeva fare!
“Pinella ma tu fai sesso con tuo marito?”
“Sì uso la crema!”
“Ma oggi le becco tutte io quelle che vogliono farsi sodomizzare?”
“Ma no! Ho la secchezza vaginale…”
“Scusa ma non voglio sapere niente dei tuoi problemi intimi…”
Perchè la Pinella era così.
Tu le davi un argomento e lei partiva come un Freccia Rossa, ti legava con il filo da pesca d’altura fino a che non ti sfiniva.
I suoi argomenti preferiti erano: la ricetta della crostata di frutta che secondo lei andava fatta con la bava di lumaca per renderla più friabile, la tecnica per dipingere con il culo, ovvero farsi un clistere di pastelli a cera e infine sua figlia e suo marito. Più lei li idolatrava meno loro la cagavano.
In sei anni non ho mai visto il consorte accompagnarla al lavoro. Con neve, pioggia e grandine la vedevi arrivare fradicia, con i suoi reumatismi nel sangue, sempre puntuale.
Fra tutti i colleghi credo fosse la più curiosa.
Deflorata all’età di 16 anni dal suo insegnate di educazione fisica è riuscita a farsi sposare dall’unico uomo che l’avesse mai toccata. Ha passato 38 anni a fare avanti e indietro in bicicletta e un giorno, spinto dalla curiosità, l’ho seguita.
La scusa era quella di un caffè, ma io bramavo di vedere la sua casa di Dracula.
Dicevano fosse un po’ strana e che l’Als avesse tentato più volte di arrestare lei e la sua famiglia per igiene, ma una cosa così non l’avevo mai vista!
La Pinella abita tutt’ora in una villa bifamiliare. Metà l’ha affittata ad un bidello omosessuale che non la paga a fine mese, mentre nell’altra è vietato l’ingresso a chi ha seri problemi con gli animali.
Il giardino sembra una discarica abusiva.
“Scusa Pinella ma perchè ci sono le bucce delle arance per terra?”
“Per le galline”
“Non mangiano il mais e il pane?”
“Anche, ma noi buttiamo l’umido per renderle più robuste”
“E quella carcassa?”
“E’ il gatto che è morto. Mia figlia voleva vedere il processo di putrefazione e l’abbiamo lasciato al sole a seccare”
“Posso morire qui?”
“Dai vieni che ti offro il caffè…”
“Hai le tazzine di carta?”
La cosa strana di quel giardino è che le galline non c’erano!
Non ho fatto a tempo a pensare dove potessero essere nascoste che, sulle scale di casa, c’erano piume ovunque e il gallo seduto sul corrimano!
“Ma hai le galline in casa? Sei pazza?”
“Abbiamo problemi con i vicini”
“Perchè sono mannare?”
“No, ma il gallo canta sempre e rompe un po’ le scatole”
“E facci il brodo!”
“No, preferiamo tenerle in casa”
“Ma non è che arrivano i topi?”
“No! C’è il gatto”
“Ma non era steso a seccare al sole?”
“C’è il figlio che tiene a bada i topi…vuoi anche un po’ di torta che ho fatto ieri?”
No! Preferisco quelle confezionate!”
L’appartamento è al primo piano. Non so cosa ci sia al piano terra, ma credo nascondano Panda e altri animali in via d’estinzione.
Se ricordo bene, c’erano due stanze da letto, un tinello con una cucina, uno sgabuzzino e un bagno.
Non era molto grande.
La camera della figlia sembrava la stanza di Frankenstein. Scura e oscura.
Ragnatele grosse come teli mare avvolgevano il lampadario e ritratti di donne morte.
“Gabry stai guardando le ragnatele?”
“No…pensavo al mare!”
“Mia figlia non vuole che le tolga, sennò uccido la casa del ragno”
“Tua figlia è viva…vero?”
“Ma sì scemo! Vuoi un frutto del mio giardino?”
“No, mi si gonfia lo stomaco poi inizio a scoreggiare e non vorrei distruggere le abitazioni delle vostre tarantole”
Così seduto su una poltrona deforme aspettavo questo benedetto caffè.
E intanto pensavo: “Se non prendo la lectospirosi giuro che vado a fare il missionario in Congo”.
La guardavo indaffarata e contenta di avere un ospite. Chissà quanto aveva desiderato questo momento.
Si sentiva un po’ esclusa dal negozio, sempre sola, in quel reparto dalla mattina alla sera, senza nessuno con cui parlare o sfogarsi.
Mentre mi chiedeva quale tipo di zucchero volessi sentivo qualcosa toccarmi il gomito.
Era come sei mi stessero passando un pettine sul maglione.
Con la coda dell’occhio avevo notato un massa di pelo che faceva capolino dal bracciolo.
“Fermati!”
“Che cosa c’è Pinella? E’ il cadavere del gatto che è tornato in vita?”
“No!”
Cristo! La marmotta sdentata!
Non puoi tenere in casa una marmotta! Voi siete pazzi!
“Attento stai calpestando anche il furetto!”
“Ma quanti animali hai?”
“Il gatto, il cane, il gatto secco, la marmotta, 7 galline, un gallo, uccellini, il pesce…”
Intanto che mi elencava il libro della giugla, guardavo quella specie di peluche che sembrava chiedermi: “Fucilami non voglio più soffrirei!”
La marmotta l’avevano trovata in montanga, con una zampa chiusa in una tagliola e commossi l’avevano adottata!
“Pinella anche io ho visto uno stambecco malato a Cogne ma non me lo sono portato a casa”
“Noi la curiamo”
“Questi animali devono vivere nel loro ambiente”
Beh a guardarsi intorno sembrava di stare più nella Maiella che in una villetta. La cosa che mi preoccupava di più era il trattamento sanitario che facevano agli animali.
“Siccome la Marmotta ha le zanne che le crescono storte…ogni tanto gliele strappiamo!”
“I gatti li avete castrati?”
“Uno sì…con il metodo…”
“Non voglio saperlo!!!!”
La Pinella è stata quella che mi ha più commosso.
Qualche mese prima della chiusura del negozio mi disse una frase che ancora oggi mi continua a girare in testa.
“Gabry se fossi rimasto sarebbe stato diverso”
Prima di partire per il Giappone mi fece avere una lettera da una mia collega.
Aveva scritto a modo suo che non l’avevo capita ma che mi voleva bene lo stesso.
E io stupido a non averglielo mai detto!
Il Portinaio
“Scusa ragazzo mia figlia vuole le scarpe con il tacchetto”
“Che numero ha?”
“38”
“Prego vuole un calzante?”
“Non le entrano…sono piccole!”
“Ma che numero ha sua figlia?”
“43! Si vergonga di dirlo!”
6 commenti
Dan (Quello che chiude la Portineria)
Portinaio il Gianni Brera dei poveri,
Portinaio
Dan!!! Non dei poveri…semmai dei precari! 😛
Tiva
Mi piace molto il tuo modo di scrivere 🙂
Comunque poveri animali..
Alan
Ma quanti casi umani c’erano in questo negozio?Anzi no..non lo voglio sapere…meglio la sorpresa….
In ogni caso,da amante degli animali,mi auguro vivamente questo racconto sia MOLTO romanzato altrimenti questa Pinella sarebbe da denuncia 😀
Portinaio
Credetemi è tutto vero, non potrei mai inventarmi di una che strappa denti a dei poveri mammiferi!!! 🙂
Roberto
Sei un grande! Mi hai fatto morire dalle risate alle 3 di notte! Ma è tutto vero ciò che racconti? Ciao buona giornata