LA RECHERCHE (Erotismo al wasabi)
Io il giapponese non lo mastico un granchè. So giusto dire: gatto, luna, scopa forte e come stai?
Per frequentare i siti nipponici mi aiuto spesso con Google Translate, una vera manna dal cielo. Peccato che alcune parti del testo siano tradotte con nonsense assurdi. Secondo me c’è un cinesino dall’altra parte che mette frasi alla rinfusa.
Oggi sono finto sul blog di un barista giapponese e fra i commenti a un suo post c’era questo: “transessuale per incontrare nuova sensazione è nato! Nuovi uomini e mezzo e voglio vedere questo sito Iscriviti ora e leccherai analmente”.
Ma questo è un sito che si occupa di capuccini e caffè o è solo una copertura per vendere sesso a pagamento?
Meglio cambiare aria, sennò finisco con un cornetto caldo infilato nel mio “fornetto”.
Al Festival del cinema di Roma è stato presentato in concorso il documentario: “Yoyochu – Sex to Yoyogi Tadashi no Sekai” girato da Masato Ishioka sul regista di film porno (in Giappone ci tengono a chiamarli Adult Video) Tadashi Yoyogi.
Il blog la Terra di Kami ha pubbicato un bellissimo post, con tanto di video intervista al signor Tadashi. Il ritratto che ne esce è quello di un artista con una visione dell’erotismo articolata e originale, che lo porta a realizzare opere interessanti non fini a se stesse e guidate da una “ricerca” di linguaggi e tecniche sperimentali. L’ultima volta che ho sentito nominare da un artista la parola “ricerca” è stato da questa cantante. Ma il risultato del suo percorso sembra essere la necessità di rafforzare le dosi di psicofarmaci.
Ho domandato a Kami delucidazioni sulle tecniche sperimentali del regista biricchino e lui mi ha risposto così: “Ciao Portinaio… le tecniche sperimentali usate da Yoyogisan sono ben documentate nel film. Per farti un ‘idea: Ipnosi; una sorta di connessione psichica tra gli attori presenti sul set che lui definisce “changeling”; Particolari tecniche di massaggio… Ti consiglio di cercare suoi lavori su internet per farti un’idea, anche se la cosa migliore sarebbe vedere il documentario”.
Siccome il documentario non l’ho trovato, sono andato subito al sodo. Ho cercato un film originale del pornografo Tadashi, che Google ha tradotto in: “Appartamento moglie donne mature Yoyogi Tadashi Moglie di bagnata segreto”
Forse parla di casalinghe con qualche problema con la lavapiatti. Sono fiducioso.
Voglio vedere queste ipnosi sessuali o i risultati dei massaggi tantrici.
Che bello sperimentare!
Il film parla dei più inconfessabili sogni erotici delle casalinGue giapponesi.
il film alterna le interviste piccanti alle protagoniste, infarcite da 5 minuti di “chotto matte kudasai” e sorrisini falsi, a rapporti sessuali più o meno completi.
Nella prima scena hot arrivano due scemi della guerra, biondi, efebi e virili come una zucchina avvizilita nel frigo dopo 20 giorni.
Sexy come un asse da stiro e magri come delle ginnaste rumene.
La signora, che chiameremo Suki, sorride compiaciuta. Appena uno dei fessi apre la patta lei lo guarda divertita.
Forse il signor Tadashi sta sperimentando come fare l’amore con due inseparabili, i pappagallini nanetti che ti stanno attaccati sempre al culo e ti scagazzano sulla spalla.
Visto che la cucina non è un posto ideale dove fare sconcerie, il trio decide di andare in salotto.
Uno degli stalloni indossa biancheria intima di velluto. Neanche nel negozio del Billionaire vendono mutande così brutte. Sembra che abbia un pannolone di moquette damascata.
Suki continua a fare urletti da criceto, senza che nessuno la tocchi.
Secondo me è scattata l’ipnosi. Dall’altra parte il regista o Giucas Casella ordinano alla povera donna di frinire come una cicala attaccata ad un palo della luce.
E’ il momento “oral”, Mimì e Cocò sono nudi e la censura giapponese impone il pixel per oscurare gli apparati genitali.
I due ce l’hanno talmente piccolo che basta un solo pixel per coprire l’ambaradan. Suki più che eccitata sembra rassegnata.
La scena clou di ogni porno che si rispetti dovrebbe essere la cavalcata delle valchirie, ma in questo film si vede solo un misero lavoro di mano! I due porno attori iniziano a frullare la patatina di Suki, facendo un rumore di uova sbattute. Sembra che usino il Minipimer. Delicati come un gatto che ti becca con il Wiskas nelle mutande.
Nella seconda performance la casalinga di turno ha finalmente un rapporto completo e sembra che la stiano scorticando viva.
C’è un giapponese lì con te, non l’uomo nero del Ghana o la reincarnazione di John Holmes!
Eppure continua a dimenarsi come se fosse posseduta dal diavolo.
Suki ritorna nella terza scena per conquistare il suo cetriolino.
La sua casa è molto disordinata quindi devo dedurre che non fa un cazzo dalla mattina alla sera.
I protagonisti si accoppiano anche sullo zerbino all’ingresso. Notate le scarpe alla moda di fianco alla sua testa, neanche Melluso le farebbe così brutte.
L’ultima casalinga è molto più giovane di Suki, secondo me è una studentessa. Ha delle ginocchia grosse come dei proisciutti di Praga e il suo partner sembra un coatto appena fonato da Aldo Coppola!
Dopo essersi denudati, noto con piacere un altro esperimento del regista. Ha sostituito con due olive ascolane i capezzoli della ragazza.
I due sembrano più energici, lo fanno in tutte le posizioni: missionaria, pecorella, sushi misto e zuppa di miso.
Mi chiedo ancora dove sia questa ricerca.
Io gli avrei consigliato di intervallare le scene hard con delle ricette tipo quelle della Parodi, veloci e divertenti.
I Giapponesi già fanno fatica a recitare nei film normali figuriamoci in questi prodotti porno scadenti.
Odio come nell’immaginario hard giapponese la donna sia sempre al centro di violenze, umiliazioni e trattata come un cencio lercio.
Mi piacerebbe vedere un film dove qualche pornostar giapponese incontri un africano, con tanto di bazzuca in dotazione, che sorrida compiaicuta e che si giri verso la telecamera, con il dito medio alzato, urlando ” Giapponese ce l’hai piccolo!”
Paese che vai film porno che trovi!
Il Portinaio
12 commenti
ryu
mai riso cosi’ tanto.
Cinico, ma realista.
A parte una cosa, non mi pare che la donna giapponese NON sia emancipata. E’ piu stronza e fredda di un cubetto di ghiaccio su per culo dopo 1 giorno di diarrea.
日本人の男はエッチなことばかり考えてるらしいぞーって友達がいつも言ってくれる。しょーがない。。
Portinaio
Paolo preferirei essere Dylan di Beverly Hills o uno dei figli di Angelina Jolie (non quello vietnamita)
paolo
In aggiunta al commento precedente:
Portinaio sei un fottuto genio (del male!) o un genio fottuto? ^_^
Gianni
Bellissimo! Mitico! Ho riso come una iena! e mi sono divertito come un maiale. Ma si, gli psicologi che studiano la cultura Giapponese dovrebbero guardarsi un po’ di film porno per poter capire come e’ messa la societa…
RYOGA184
meravigliosamente unico!
stefanorfeo
Fantastico Portinaio! Trovo geniale riunire trash (il link alla Oxa sul tema della ricerca mi ha piegato dal ridere), porno, sociologia, psicologia, medicina in un unico post!!!!
Chiara Zoli
in effetti i pornodivi giappi non risultano all’estero,vanno di + i fumetti e film hentai,ahahahahhaha!Forse i film hard giappi van forte per farti fare 2 risate,sono credibili e “divertenti” come un film dei Vanzina.
paolo
ahahah.. bellissimo questo post e grazie per la citazione!!
Effettivamente a vedere questo e altri film è difficile trovare la “sperimentazione” di Yoyogi, anche se anche in questi qualcosa di differente si nota rispetto al marasma delle produzioni porno… attrici non professioniste, riprese con videocamera in mano e regista che interloquisce con i protagonisti e “presunta” genuinità degli orgasmi..
Certo non sono queste cose che rendono un lavoro sperimentazione e ricerca.
Nel vedere il documentario di Ishioka però emergono chiaramente gli elementi che valorizzano il lavoro di Yoyogi.
C’è una ricostruzione della sua carriera col porno e un’analisi del mutamento dell’approccio del regista al suo lavoro. Alla fine il valore del lavoro di Yoyogi si trova nell’affermazione dell’effetto terapeutico dell’orgasmo nei disturbi di natura psichica e traumatica. Documentati e confermati da esperti: medici, psicologi.. Yoyogi ha anche scritto un libro sui risultati del suo lavoro.
Ci tengo a prescisare che il regista non ha lavorato solo sulle donne e sull’orgasmo femminile, ma anche su quello maschile. In una serie di video, infatti, al centro della scena non ci sono femminucce ma maschietti… Purtroppo per ora è impossibile trovare il documentario, dato che uscirà in Giappone solo il prossimo anno..
Bea
la ricerca sta nei gridolini delle donne al momento dell’orgasmo.
Nessuna altra donna al mondo e’ piu’ sgodevole di una giapponese che viene! E’ per quello che gli uomini giapponesi ce l’hanno piccolo, il pisello gli si ritringe dalla paura… la paura del sentire quei guati!
Portinaio
Pratica non pervenuta…si vede che sparano a salve i giapponesi!
la Cozza
niente bukkake?
shatzi
sei un genio