MANDARAKE!!!
P: “Ho la secchezza ovunque…”
G: “Vuoi del wasabi scaduto? È in frigo, puoi usarlo per la tua secchezza vaginale.”
P: “Pirla!”
Stamattina ci siamo alzati con tutta calma, visto che il weekend è stato di quelli tosti e abbiamo un altro jet-lag dovuto al viaggio con Yasu-san.
Sono tornate le nostre funzionalità intestinali, solo che la Piera defeca a forma di Hallo Kitty e io a forma di Doraemon!
La nostra coinquilina pare sia a Saipan (che non ho ancora capito dov’è), ma tornerà stasera con chissà quale schifezza di souvenir, visto che la sua camera è un tripudio di cagate. Ci mancano solo la gondola di Venezia e il grembiule del David di Donatello, con tanto di pene in bella vista e coroniamo un sogno!
Patrick mi parla continuamente, io lo guardo e annuisco.
P: “Cosa ti ha detto?”
G: “Non lo so.”
Oggi abbiamo deciso di andare a Nakano, poco più in là di Shinjuku, per vedere questo benedetto Nakano Broadway. Pare ci sia il più fornito Mandarake di Tokyo!
Ovvero il negozio di fumetti più famoso del Giappone, ha sede ovunque!
Dopo essere usciti di casa, ritorno dentro a prendere la guida e Patrick mi blocca in corridoio raccontandomi delle sue uscite serali!
G: “Yes yes …ma vada via ‘l cùl…”
P: “Cosa ti ha detto?”
G: “Non stavo ascoltando.” (Così almeno non faccio la figura del somaro).
Nakano è un quartiere carino, secondo la guida è un po’ dimesso. Ma la Lonely Planet lo dice di ogni quartiere di Tokyo, quindi la sbatto nella borsa e mi affido alle mie mappe trovate su internet.
Questa volta però è difficile, di Mandarake non c’è traccia.
G: “Chiediamo al tabagino?”
P: “Sì, dai…”
I tabagini sono i poliziotti, in giapponese “koban”, ma noi li chiamiamo così perché sono sempre in bici e stanno in tristi casette sparse per la città. Chiamiamo così anche i capistazione e tra un po’ tutta la popolazione giapponese avrà un soprannome nostro.
Il poliziotto, gentilissimo, non sa come spiegarcelo se non in giapponese. Così decide di accompagnarci personalmente!
Ecco, questo è un luogo comune che si avvera: i giapponesi quando sono in difficoltà piuttosto che abbandonarti in mezzo alla strada come una cacca di cane preferiscono portarti sul posto!
In effetti, questo Nakano Broadway è bello nascosto. Non contento ci porta fino al terzo piano del palazzo davanti all’ingresso di Mandarake.
Peccato che ci sono quattro piani pieni zeppi di negozi simili, che vendono fumetti, gadget, vestiti per cosplay, rodovetri, parrucche, sorpresine e dei vestiti immettibili!
Siamo in pieno delirio. Iniziamo a non capire niente, a generare campi elettrici, a smagnetizzare le carte di credito… Ma in questo posto accettano solo contanti!
Lady Disturbia non ci crede, ed inizia a ravanare nella borsa sperando di trovare degli yen persi dal suo portamonete “neko neko” (gatto, in giapponese).
Entriamo in un negozietto che vende fumetti anni ‘60 e art book. Iniziamo a spulciare e troviamo qualcosa su Creamy, poi l’art book di Totoro, alla fine pieni zeppe di libri andiamo alla cassa.
P: “Ti ricordi come si chiamava Creamy Mami in giapponese?”
G: “Maho no Tenshi Creamy Mami”
La cassiera ci guarda, sorride, sparisce e torna con tutta la serie di art book di Creamy Mami!
P: “Ti ricodi come si chiamava Evelyn in giapponese?”
G: “Pelsha”
La cassiera ci guarda, sorride, sparisce e torna con tutta la serie di art book di Evelyn!
P: “Ti ricordi come si chiamava Memole in giapponese?”
G: “Memol”
La cassiera ci guarda, sorride, sparisce e torna con tutta la serie di art book di Memole!
P: “Ma come fai?”
G: “Non lo so, mi viene così…naturale.”
P: “Fallo anche con Patrick, allora.”
G: “No!”
P: “Ti ricordi come si chiama…”
G: “Basta Piera, che questa ci dà la quota azionaria fra un po’…”
Ci siamo riempiti di sorprese, Astroboy, Yattacan, Yattaman, donne svestite e la Piera si è anche comprata il primo piano da usare come “pied-a-terre” quando è qui di passaggio!
In questi posti ti va insieme la vista e dopo un po’ ti viene solo il nervoso perché non capisci niente, non sai leggere, non sanno l’inglese e se trovi i gadget dei “i 9 magnifici” ne manca sempre uno!
Potevamo optare per il bento di Bun Bun, ma di avere un contenitore di cibi anni ‘80 con su un cane randagio non ci andava proprio.
Se ad Akihabara i gadget delle donne nude sono ovunque e in bella mostra, qui a Mandarake sono negli angoli più lontani del negozio e le parti intime sono coperte con lo scotch!
G: “Basta, usciamo. Sto diventando scemo!”
Ci dirigiamo così verso casa, perché di girare con 40 kili non ce la facevamo.
A casa troviamo “Dina la coinquilina” e, come mi aspettavo, appiccicati al frigo troviamo una bella cornice rosa cangiante coi delfini, un palla calamita con l’acqua dentro e i delfini morti, e un fiore con scritto “Saipan” con strass ovunque!
Raffinata, la dovrebbero chiamare quelli di Burberry come testimonial!
E adesso Yasu dovrà portarci 80 kili a Milano, con tutta la roba che abbiamo qui.
Attivo il tasto Hallo Kitty e Dina inizia a parlarmi.
Così, mentre la Piera è in bagno, io cerco di spiegarle il nostro viaggio ad Osaka.
G: “There were many Kitty-chan in… come si dice autostrada, Piera?”
P: “Sono in bagno, un attimo. Si dice… highway”
D: “Cool”
G: “Kitty-chan like a… Piera, come si dice contadina che semina il tè verde?”
P: “Sono in bagno…non lo so”
D: “????”
G: “Kitty-chan like a… Piera, come si dice anguilla?”
P: “Gabry…sono in bagno, Dio ti fulmini!”
D: “????”
G: “Sorry, there is a Kitty-chan like a… come si dice polipo? …ah sì, pussycat.”
D: “What?”
G: “Ahahahahaahah”
P: “Octopuss!!”
G: “Sorry, like a octopuss.”
Già me la vedo, all’autogrill di Arese, Hallo Kitty vestita da vagina!
Per finire la serata in bellezza, ho chiamato mia mamma con Skype.
M: “Dove sei?”
G: “In Iraq.”
M: “Dai, piantala. Come stai?”
G: “Bene.”
M: “Senti, ha detto tua cugina se la chiami domenica mattina e poi dammi la tua mail che ti faccio scrivere da Mariko che arriva a Tokyo settimana prossima.”
G: “Ok, allora scrivi: salutamigabry con la y.”
M: “Salutamigabryconlay”
G: “No, solo salutamigabry.”
M: “Ah sì”
G: “Chiocciola hotmail punto com”
M: “Aut meil?”
G: “Hot come hotel”
M: “salutamigabry chiocciola hotel mail punto com”
G: “Oh! Mi pigli per il culo?”
M: “Cretino, non capisco. Ripeti.”
G: “h come hotel, o come Otranto, t come Torino, m come Milano, a come Alessandro, i come intestino, l come lecchina! Ripeti!”
M: “salutami gabry chiocciola hotel otranto torino milano”
G: “Mamma, fai così. Ti do il numero del telefono così mi fai chiamare da Mariko, ok?”
M: “Sì, dimmi che scrivo.”
G: “090 343 466 37. Ripeti!”
M: “090 475949303”
G: “Ma ci senti?”
M: “Scusami, sono un po’ agitata.”
G: “No, per me non ce la fai…”
M: “Ma siete andati dal pizzaiolo?”
G: “No, andiamo venerdì prossimo.”
M: “Digli che se vuole gli portiamo noi la mozzarella buona, chiamiamo la zia Adele e la prendiamo ad Avellino.”
G: “Sei proprio una terrona!”
M: “Vaffanculo allora, sai che c’è? Rimani lì a Tokyo per sempre a mangiarti il sciusci!”
G: “Aahahahahahahah”
Ogni tanto mia mamma, quando fa così, mi fa venire in mente la mia prozia Onorina, che parlando con suo figlio Alfredo creava siparietti così:
O: “Mi dai la pumata?”
A: “Mamma, con la O.”
O: “Sempre a correggermi, dammi la pumato!”
Oggi mi chiedo a chi assomiglio quando parlo con i miei coinquilini!
Un saluto da Tokyo!
Il Portinaio
2 commenti
Erco
Ecco chi si è fregato tutti gli art-book di Creamy di Evelyn e compagnia bella!!!! siete stati voiii!!! >.<
Ricordo che c'è stato un momento in cui la mia vista si annebbiò!!! la testa faceva BUM BUM..(no Gabry, non era il cagnolino) cavolo, non ci stavo capendo più niente!! però..che meraviglia!!! Io e Viola Nakano Broadway lo trovammo subito, sarà perchè uscimmo dalla parte giusta. (mmm…ho un modo di usare i verbi veramente fantastica) ti abbraccioooooo
Marco
Ma che ridere incredibile nuove idee per una nuova rubrica… Non ti dico quando ho dovuto dire a mia madre per telefono FACE BOOK!!!! ho rivisto il foglietto tornato a casa c’era scitto FAIZ BUCC…