DON’T SPEAK! DON’T CLICK! TUTTI AL MUSEO GHIBLI
Oggi Piove!
Anzi no, c’è il vento!
Anzi no, c’è il sole!
Per Dio sembro il colonnello Giugliacci in stato confusionale!
La Piera, in base a quello che dico risponde:
“Ho bisogno di stivali di gomma”
“Ho bisogno di un k-Way”
“Ho bisogno di un ombrello”
“Ho bisogno di una lampada”
“Ho bisogno di una crema abbronzante”
Stamattina mi sono alzato presto, un po’ perché voglio che il mio orologio biologico torni normale e un po’ per godermi Tokyo di mattina!
Il problema è evitare i miei coinquilini perchè ti attaccano una pippa e loro, non scandendo le parole in inglese, mi fanno fare figure da somaro!
Ho un pigiama uguale ai muri della casa, appena li vedo mi appiccico come una sogliola e mi mimetizzo come un camaleonte! Ma alla fine sono sempre io che cerco di parlargli per vedere fino a che punto sono arrivato con il mio inglese.
“Good morning, Patrick”.
“Buon giorno”
“You speak italian?”
“No, I know buon giorno, grazie and ciao”.
“Good…ma vada via al culo”
Ho scoperto che l’altra nostra coinquilina insegna inglese, ecco perché si alza alle 6 del mattino!
Poi, non so, mi è venuta ‘sta voglia di intraprendere discorsi seri e ho iniziato a domandargli dei terremoti e della sua fidanzata.
Non l’avessi fatto!
Mi ha raccontato del terremoto in Hokkaido, di quello in California e secondo me anche di quello che c’è stato in Irpinia nell’80, solo che non l’ho capito!
Poi mi ha descritto per filo e per segno il mestiere della sua fidanzata.
Cosa fa? Boh?
Dopo un attimo di silenzio, dove lui aspettava una risposta, ho replicato:
“How old are you?”
Questo lo so dire bene.
“45”
“I think 35… You are very young”
E ha incominciato con una pappina sulla sua famiglia, che hanno una bella pelle, che sua madre è piena di energia e che tutti sono giovani e forti.
In effetti è vero, lui sembra dieci anni più giovane, ma siccome conosco gente che usa il botox, perchè lui non dovrebbe?
“We can go to eat or to drink together tomorrow…ok?”
Non so cos’abbia risposto, ma per per 20 minuti ho annuito.
Poi siccome si veste di merda, l’ho un po’ squadrato come si fa con i manichini di H&M.
“Do you like my Jacket?”
Come si dice in inglese “Insomma sembri il Fonzie della Romania, ma tanto qui non fa caso nessuno se indossi merda”
“Where are you going?”
“To extend my visa”.
“First…change your shoes”
E dopo un silenzio tombale è uscito. Forse non dovevo dirglielo!
La Piera ho dovuto minacciarla di alzarsi con ricatti del tipo:
– Ti stacco un ciondolino e lo dono alla barbona di Buenos Aires
– Ti rompo una gamba dei tuoi gadget a forma di sedia di P. Stark
– Ti lascio ai magazzini senza portafoglio
Così, mentre smetteva di piovere, in un nano secondo siamo andati al Museo Ghibli!
Per chi non lo sapesse, è il museo del cartoonist Hayao Miyazaki, premio oscar per il cartone “La Città Incantata”.
Arrivati alla stazione di Mitaka, ci siamo fatti prendere dal profumo inebriante di tutti i bento presenti.
“Piera, quello è il nostro pullman corri”.
“Aspetta devo fare una cosa!”.
“Cretina dobbiamo prenderlo non fotografarlo”
Il Musego Ghibli è una specie di Castelletto tutto smussato dentro un parchetto. Attrazione più eccitante la riproduzione del robot di Laputa e il Gatto Nekobus, dove però possono entrarci solo i bambini!
All’ingresso c’è un salone con 4 scale e un ponte in mezzo, tutte le finestre hanno i vetri colorati con i personaggi dei cartoni animati: c’è Kiki’s Delivery Service, Totoro, il cervo della Principessa Mononoke e Pete, l’amico scoreggione di Heidi.
Scusate un attimo…
“Piera non si possono fare foto all’interno del Museo!”
Nella sala al piano terra sono riprodotti i vari tipi di animazione: dallo Stop and moving alla pellicola, dal disegno tridimensionale al…click!
Scusate un attimo…
“Piera non si possono fare foto all’interno del Museo!”
Niente è stata pure rimproverata!
Adesso è andata a fotografare i cessi!
C’è un cinema dove viene trasmesso un film ogni 30 minuti, un cartone animato inedito che potete vedere solo qui.
Al piano superiore c’è la riproduzione del gattobus di Totoro, i bambini urlano come i pazzi perché sono gli unici che possono entrare. Maledetti bastardi!
“Piera dove sei?”
Ovviamente era nel negozio “Mamma Aiuto” (scritto in Italiano), vero paradiso per i fans di Miyazaki.
Che è un po’ l’esclamazione che fanno tutti quando entrano!
Ma tranquilli, non abbiamo sperperato denaro: due spilline, 4 cartoline e basta! Il resto o costava una follia o era fatto in vetro o ceramica da romperlo solo con lo sguardo!
Sopra il tetto del castello c’è un giardino con il robot di Laputa a grandezza naturale e il cubo con le scritte “laputesi”, che se guardate il film capirete il tutto!
Al piano terra c’è il ristorante e il pozzo più un Totoro gigante alla cassa! Totoro è come da noi Topo Gigio, solo che non parla come un demente e non puzza di cacio ricotta!
Usciti da quel posto abbiamo avuto una visione!
Una ragazza indossava una T-shirt con scritto: The bird is tired
Ho riso per mezz’oretta ed è uscito il sole!
Mitaka è una zona residenziale, con case basse e niente di particolare. Abbiamo mangiato in un ristorante che faceva abbastanza schifo.
Mentre tornavamo alla stazione, una signora ci ha fermato e domandato: “Ueiufurum?”
“Furu furu?”
“Piera ha detto – Where are you from?”
“E tu come hai fatto a capirlo?”
“E’ Laputese…l’ho imparato prima di partire”
“Italy…signora…We are from Italy!”
Ci guarda e sorride.
“Itariiiii??”
Un negoziante di fronte ripete: “Itariiiii??”
E tutta la via: “Itariiiii??”
Evviva…evviva…evviva…evviva…evviva! Aggiungi un posto a tavola che c’è un amico in più!
“Gabry qui sono tutti matti”
“Annuire è il segreto!”
Ci sono 3 cose che sto ancora aspettando da questo viaggio: di vedere i sakura, le geishe e un goldrake a buon prezzo!
Il Museo Ghibli non mi ha soddisfatto, ma solo perchè non si potevano fare le foto!
A domani!
Il Portinaio
Un commento
Bea
Da Mamma Aiuto! ho comprato una maglietta del robot di Laputa (che è il mio personaggio preferito di Miyazaki) alla modica cifra di 4000 yen ;_;
Piango ancora a pensarci, ma era troppo troppo bella.