IN QUOTA A BORNO
Benvenuti a Borno, paese di montagna che promette lunghe passeggiate, luoghi spirituali, panorami mozzafiato e un odore di alpeggio che manco mio padre con la colite, riesce ad emulare.
La montagna è un luogo che mi da mille emozioni.
Ci vado sperando di vedere stambecchi, marmotte che piegano la cioccolata e gli altri animali del bosco.
Ma come facesse l’amica paraplegica di Heidi a vivere sui monti non l’ho mai capito. Non stiamo a dire battute, su Clara, Pete e Fiocco di Neve, che sarebbe come sparare sulla croce rossa.
Mi piace fare le passeggiate e arrivare ai rifugi stremato e con le rotule a pezzi, per scoprire che il bar ha appena finito l’acqua gasata.
Ho sempre considerato la Valle d’Aosta come luogo di montagna per eccellenza e per me tutti gli altri paesi non esistevano.
Solo dopo vari anni in vacanza a Cervinia, Gressoney, Champoluc e Cogne mi sono accorto dell’esistenza di altri luoghi con le mucche e i formaggi stagionati.
Borno è in Lombardia, in Val Camonica, e ci si arriva con la statale per Ponte di Legno.
Quando arrivate a Malegno, girate a sinistra e salite verso Ossimo, per arrivare dopo un quarto d’ora di tornanti e vomitate nella cittadella dell’Altopiano del sole.
Borno ha un sindaco donna, della lista civica “Progetto Borno”, in quota all’Udc, ha circa 2800 abitanti, un impianto di risalita, c’è la pista del pattinaggio e anche quella per buttarsi con le mountain-bike e spaccarsi la clavicola e l’osso sacro, infine una discoteca chiamata “la gatta”.
Di sera fa fresco e ci vogliono il giubbino e la felpa… mi sento una vecchia a scrivere queste cose.
Ma passiamo al lato trash e grottesco, che delle notizie politiche e meteorologiche non ce ne frega niente.
Non ho visto nessun animale tipico delle montagne, ma se passate dalla strada che porta all’Annunciata, vicino alla segheria potrete vedere i Lama! Se vi avvicinate bene alla recinzione, potrete anche voi farvi sputacchiare da questi simpatiche capre giganti.
Cosa ci facciano qui questi animali è un mistero: forse anche qui si sente l’effetto Global Warming o forse qualcuno pensa di fare business con la lana e la saliva dei Lama.
E poi in giro ci sono un sacco di gatti randagi e cagnolini da appartamento.
L’età media dei turisti è di 65 anni, ma ci sono anche tanti bambini che si divertono a pestarsi nella piazza del municipio.
La parrucchiera del centro pettina e tinge tutte le vecchiette nella stessa maniera.
Ho visto tre signore uscire fresche di casco e bigodini e con il colore dei capelli identico, e le ho sentite scambiarsi queste battute:
“Cosa ne pensate della mia tinta?”
“Forse l’avrei fatta più scura”.
“Guarda che è simile alla tua”
“No, devi sapere che a me la tinta prende meglio, ho il capello più forte”
“Se lo dici tu!”
Tutte e stizzite sono entrate dal macellaio equino, che è il posto per cui vado a Borno!
Se non amate la carne di cavallo e volete farvi una scampagnata, c’è una passeggiata che dura circa un’ora e che vi porta al lago di Lova.
Ci si arrivate anche in auto ma se non avete una Panda 4×4 o un Suv non provateci, io a momenti ci lasciavo i freni della Twingo.
Armatevi di santa pazienza, di scarpe da comode e di due polmoni di ricambio.
Durante il tragitto, se siete fortunati, potete incontrare bambini molesti di origine indù, famiglie bresciane vestite a festa che credono ancora che le Hogan e le Valleverde siano scarpe da Trekking e infine, per motivi che non so, una quota notevole di meridionali.
Iniziamo con il bambino.
Per tutto il tragitto ho avuto di fianco ’sto nanetto che parlava come una mitraglia, diceva cazzate a profusione e voleva convincere sua madre a prendere scorciatoie per i boschi ripidi e oscuri.
Credo sia stato abbandonato durante il tragitto e che il suo contratto di adozione stracciato e bruciato nel fieno.
A metà strada c’è una piccolissima cappella che i partigiani hanno costruito per la Madonna, che li protesse dall’invasione nazista.
Dentro ci sono foto di bambini, ex voto e una scopa.
Di fianco c’è una tomba con la foto di un ciclista degli anni sessanta.
Ma non farete tempo a farvi prendere dall’ansia perché la malga poco più avanti non la puliscono da anni e l’odore di letame vi distoglierà da qualsiasi brutto pensiero.
In cima all’ultima salita noterete una villa enorme, che puzza di abusivo: circondata da abeti, alberi secolari e vacche denutrite, “Casa Zarepta” domina la vallata del piccolo lago.
La immagino perfetta come set di film tipo “Eyes Wide Shut”, dove facoltose coppie venete si riuniscono per orge e scambismo promiscuo.
Poi scopro che a costruirla è stato un politico della vecchia guardia, tale Gianni Prandini, ex ministro dei lavori pubblici e pluri condannato per tangenti.
Ora capisco tutto!
Spero che la sindachessa faccia qualcosa e che nel “Progetto Borno” ci sia anche l’abbattimento coatto della villa.
Secondo Wikipedia “il lago di Lova si trova inserito in un ambiente naturale tipico delle Prealpi Lombarde, con estese foreste di abete rosso che incorniciano il bacino sulla sponda meridionale. Un ampio pascolo, in leggero pendio, contorna invece il lago sul lato settentrionale. Numerose costruzioni rustiche costellano i pascoli attorno al lago”
Certo! Ahahahhahaha Le mucche sono 4 e pure mal nutrite e se vai a indagare scopri che Heidi è stata rapita per diventare cameriera a villa Zarepta e che è oggetto di molestie sessuali da parte dei pastorelli di tutta la Val Camonica.
Mentre risalgo l’ultima curva prima di arrivare al lago, due tamarri con la motoretta a 4 ruote arrivano sgommando. Ecco la quota meridionale: lui magro come una sardina, con una maglia con la scritta “Boy London”, lei è una zavorra da 80 chili, con maglia Monella Vagabonda decorata da paillettes e perline, jeans neri e infradito con smalto nero. I capelli sono biondo innaturale, con punte arancio e crescita nera ma la vera ciliegina sulla torta, è la sigaretta accesa a quota 1300 metri.
Sicuramente durante il tragitto l’avrà gettata via.
Se mai dovessero incendiarsi i boschi intorno a Borno, cercate questa stronza!
Della famiglia bresciana vista alla partenza, vestita solo di loghi, non ho più avuto notizie.
Ma mi sono fermato alla fonte, dove c’è un’altra Madonnina con gli occhi spiritati, a bere e pregare per loro.
Domani vado dai fraticelli nel Santuario dell’Annunciata.
Si respira aria di spiritualità in questa valle…ma non fatevi incantare dalle mie parole, perché il demonio potrebbe bussare alla vostra porta.
Ma questa è un’altra storia.
Il Portinaio
7 commenti
aurora
mi piace
stefanorfeo
@Ventu: Però, che senso dell’ospitalità!!!! E che capacità di comprendere le contraddizioni, di vedere storture ed eccessi… Borno è cambiata profondamente con il turismo. E non tutto si è modificato in meglio. Credo che l’attaccamento al proprio territorio si manifesti anche con la capacità di vederne i limiti e le storture. Per fare in modo che le risorve vengano tutelate e valorizzate. E che l’identità del luogo non si perda in vuoti stereotipi…
Il Pizza
Sono tutti amici di Cesko 🙂
Clodette
Che dire…per fortuna c’è il portinaio che ci fa sorridere ( e anche ridere!) un po’!
Sdrammatizzare e saper fare ironia non è certo da tutti…portinaio, continua così!
Sorella Colta
Proprio ieri sera ho visto ‘il riccio’ la cui protagonista è una portiera. Secondo questi personaggio la portiera per definizione è antipatica a tutti, un portinaio quindi non può fare eccezione!
Mi congratulo del tuo successo! Ti leggono tutti i sindaci e difensori civici dei posti che visiti.
Che triste un mondo pieno di gente che si prende sul serio…
ventu
Se nn ti sta bene Borno stai alla tua casa che fai un piacere a tutti…..!!!visto che nn ti sta bene un cazzo
stefanorfeo
sempre nuove avventure per il Portinaio!!!! La montagna in effetti non l’avevo mai guardata da questo punto di vista.
Aspetto ansioso la prossima storia.