8 ANNI CON IL PORTINAIO
Questo blog si è trasformato.
Era nato come un diario di viaggio in Giappone, poi come un piccolo angolo di cazzate nipponiche e infine come un sussidiario dei deliri della mia famiglia.
Non è poi così cambiato.
Ho bisogno però di essere stimolato di nuovo, di ritornare alle origini, resettare 8 anni e riscrivere la storia di questo blog. Come fosse l’ennesimo reboot di Spiderman. (ma fatto meglio!)
Nonostante i miei anni abbiano fatto il giro di boa, mi sento ancora un ragazzino. Luogo comune.
Io ho ereditato un gene che manco gli scienziati riuscirebbero a riprodurre. Il mio albero genealogico è districato come un ginepraio OGM, gli zii mi solleticano storie amare E i miei genitori sono fonti di novelle grottesche. Il gioco della vita. Sembra una canzone di Spagna! 😛
Cosa ho imparato in questi anni?
Che se ti ostini a fare l’educatore non otterrai mai niente.
Faccio un esempio.
L’altro ieri io e mia mamma abbiamo portato mio padre in ospedale a Bergamo perché doveva essere operato d’urgenza. L’urgenza era in attesa da Maggio dell’anno scorso.
Arrivati al cospetto dell’accettazione ospedaliera il triste epilogo:
“Scusate, ma suo padre non è in lista”.
Sì, perché mio papà è in balia di tre ospedali che se lo rimbalzano come un volano da Badminton.
L’unica cosa che ho potuto fare è stata entrare in sala operatoria e creare un caso diplomatico, senza mettermi a gridare all’ufficio informazioni.
Bellissimo. Sono usciti tutti i chirurghi con il camice insanguinato che mi hanno guardato come se fossi un pazzo maniaco.
“Scusi lei non può stare qui”
“Allora visto che non posso stare qui, uscite voi”
E’ stato l’unico modo per parlare con il gran visir dell’ospedale, che ci ha ascoltati, rincuorati e anche un po’ impressionati. Sembrava l’assassino di “Non aprire quella porta”, ma anche un pizzaiolo dopo una lite furibonda con una latta di pomodoro Mutti.
Mio padre è ancora ricoverato (in un altro ospedale), sta un pochino meglio, ma quel giorno a Bergamo ho pensato solo al suo benessere e non a vendette personali.
Mia cugina invece ha iniziato elencarmi tutto quello che avrebbe fatto lei. Dal trasporto sul suo comodo Suv fino al casino che avrebbe provocato al Pronto Soccorso.
Peccato non sia venuta, l’avrei voluta vedere.
Mia zia ha voluto sottolineare di quanto io e mia mamma fossimo scemi. Secondo lei avremmo dovuto legarci in sala parto e minacciare infanticidi piuttosto che cedere al volere del sistema sanità.
Viceversa l’altra mia zia ha soltanto detto al telefono “Tutto bene? Poverino”.
Sì, perché invitare a cena un’aspirante vedova e un giovanile orfano è uno sforzo troppo grande per la mente dei miei parenti, mentre sentenziare come giudici di Forum è molto più semplice.
Quindi la lezione è questa: muovete il culo o state zitti!
Perché continuare a sentire “io avrei fatto” innervosisce parecchio. Cucinate una lasagna che è meglio.
Il mio regalo di quest’anno per voi è semplicemente unico.
Si ritorna al passato.
Come 8 anni fa, si parte per il Giappone, un mese. (QUI se volete ripassare)
Appiccicate gli auguri in Portineria e continuate a seguirmi!
Il Portinaio
L’immmagine del posto sono illustrate da Cory Loftis
Un commento
Elena
Auguri amico mio….