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Portineria,  We are Family

PARENTI SERPENTI

Qualcuno deve andare a prendere la zia alla stazione.
Arriva dal Sud. Non con un treno regionale, ma con il Frecciarossa.
La mia è una settimana d’inferno, non faccio neanche la pausa pranzo e indosso patelloni per non perdere tempo in bagno.
Proviamo a chiedere a qualcuno.

“Pronto zia sono tuo nipote, l’unico che ti porta il regalo a Natale”
“Chi?”
“Sono il figlio del fratello di tuo marito”
“Ah! Ricordo. Guarda ora sono indaffaratissima”
“Tranquilla non voglio la mancia. Volevo domandarti se potevi andare a prendere la zia alla stazione”
“Chi?”
“La sorella di tuo marito”
“Ma mio marito è morto”
“E quindi?”
“Non posso, devo andare a cercare delle scarpe nuove perchè non riesco più a camminare, poi devo organizzare il torneo di Burraco delle vedove di guerra e controllare gli orli dei pantaloni”

Lo sapevo che non avrei potuto contare su di lei.

“Pronto cugina sono tuo cugino”
“Chi?”
“Quello che ti aiuta sempre durante i saggi di danza e che sfrutti per fare il tecnico luci”
“Quello che lo fa gratis?”
“Esatto proprio lui!”
“Cosa vuoi?”
“La zia sta arrivando dal Sud con delle prelibatezze. Io purtroppo devo lavorare, non è che hai voglia di andarla a prendere?”
“Devo fare le ripetizioni a mio nipote che è un po’ capra a scuola”
“Ma non muore se salta una lezione di matematica”
“Mi pagano”
“Vuoi dirmi che ti fai pagare da tuo fratello per fare delle ripetizioni a un bambino delle elementari?”
“Mi faccio dare 600 Euro”
“Ma siete miliardari!”
“Comunque non posso, Cosa porto di buono la zia?”
“Il soffritto”
“E che cos’è?”
“Frattaglie di maiale tipo cuore, milza e polmoni cotti nel pomodoro con un pochino di alloro”
“Ma che schifo! Vacci tu che quella m’impuzza tutta l’auto”

Fanculo!
Mi rimane ancora un cugino, ma non ho il suo numero di cellulare.

“Pronto mamma, non è che puoi andare tu alla stazione?”
“Ho l’ansia”
“Prenditi il Lexotan”
“Non riesco a guidare in autostrada”
“Fai la statale”
“Non so dove sia”
“E’ quella via grossa che passa di fianco a casa nostra”
“Non voglio lasciare tuo padre a casa da solo”

Basta! Vado io.
La zia arriva alle 12.40 alla stazione Centrale di Milano. Io inizio a lavorare alle 14:00.
Ho giusto il tempo per portarla a casa dei miei e ritornare indietro.
Peccato che il treno sia in ritardo di mezz’ora.
Come faccio?

“Pronto zia”
“Chi sei?”
“Si vabbè”
“Sei Gabriellino?”
“Ho quasi 40 anni, la smettete di chiamarmi come un poppante”
“Gabriè?”
“E anche con l’accento meridionale”
“Il treno è in ritardo”
“Mi raccomando appena scendi aspettami dopo le porte a vetri. Io non posso entrare dove ci sono i binari perchè hanno messo il divieto”
“Come mai?”
“Non lo so il perchè!!!!”

Nel frattempo orde di Clochard mi hanno scroccato decine di sigarette.
Meno male che la stazione è piena di negozi e librerie, così uno può passare il tempo a sfogliare libri di ricette e a provarsi mutande di Tezenis.
Una scuola di danza classica ha deciso di fare un flash mob sulle scale. Tantissime ragazzine si sono appostate sui corrimano facendo passi di ogni tipo.
E via con arabesque e allongé. Tutta la stazione si è ritrovata a fare grand jeté e ad amare Roberto Bolle dimeticandosi l’arrivo di parenti e amici.

danza classica stazione centrale
Cazzo la zia!!!

Drin drin

La zia ha il cellulare spento.
Noooooooooooo!!!

Ho iniziato a girare come una trottola, ma niente. Della zia nessuna traccia.
Le avevo detto di aspettarmi dopo la porta a vetri.
Eppure si dovrebbe sentire l’odore di interiora di maiale. Possibile che nemmeno i piccioni l’abbiano assalita?

“Mamma non trovo la zia e ha il cellulare scarico”
“Oh mio Dio e adesso?”
“Magari se è intelligente va in qualche bar e lo mette in carica”

Mentre ero al telefono e cercavo una soluzione, tre extracomunitari hanno inziato a pestarsi come dei lottatori di wrestling, la rissa si è animata sempre di più con la partecipazione straordinaria di senza tetto, poliziotti e passanti qualunque.

“Figliolo non ti sento, cos’è questo casino?”
“Ma niente una piccola diatriba fra bande rivali. Un attimo che mi sposto dalla pozzanghera di sangue”

Per la ricerca ho tentato di far internvenire la protezione civile, ma la scusa che la zia portasse con sé pietanze che avrebbero distrutto l’ecosistema lombardo non ha funzionato.
Alle 14:00 nonostante mille telefonate e gli aiuti della Sciarelli di Chi l’ha Visto ho dovuto abbandonare la zia in stazione.
Forse la ritroveremo in qualche centro di accoglienza per senza tetto o alla mensa dei poveri.

“Cugina sono sempre io tuo cugino”
“Chi?”
“Quello che ti porta il regalo a Natale e che tu contraccambi con una sciarpa da 3 Euro dei cinesi”
“Era morbida quella sciarpa vero? La stai usando?”

carlino con sciarpa
“Certo! La uso tutti i giorni”
“E’ arrivata la zia?”
“No! Aveva il cellulare scarico e non ci siamo trovati”
“E’ proprio scema come tuo padre…”
“Guarda che è anche sorella del tuo”
“Però mio padre era il più intelligente”

Non ho risposto alle provocazioni della cugina Milf. La zia alla fine è arrivata in taxy e non è stata rapiti da zingari o maniaci allupati. Nessuno si è avvicinata a lei.
Forse perchè aveva quel puzzolente soffritto in valigia.

(Continua)

Il Portinaio

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