LOGHI E SUONERIE – LE CRONACHE DEL MAGAZZINO Secondo Volume
“Scusate avete Monella Vagabonda?”
“No Signora ma se va al piano di sotto credo ci siano delle ragazze madri o zingare di professione!”
Se volete sapere chi scarica le suonerie con i pupazzini che cantano le canzoni storpiate di Anna Tatangelo e Lady Gaga, basta frequentare il negozio dove ho lavorato per anni.
Se volete una rinfrescatina tornate al primo volume sennò continuate pure a leggere.
Sovente capitava che le commesse nel loro periodo mestruale litigassero a più non posso.
Donne d’altri tempi le mie colleghe.
Le sentivi urlare, in ordine di volgarità: stupida, sciocca, cretinetta, bionda slavata, vecchia megera, strega.
Io mentre servivo i clienti mi vergognavo come un minidotato in un campo di nudisti.
Spesso intervenivo nella lite, cercando intanto di mettere a loro agio le anziane che volevano scarpe comode, per andare al cimitero a trovare il marito.
“Scusi signora, mentre lei prova le sue comodissime Donna Serena, io cerco di dividere quelle due grandissime troie che invece di lavorare si punzecchiano con epiteti alquanto arcaici”
“Grazie sei proprio un bravo ragazzo e queste scarpe sei sicuro che mi cambieranno la vita?”
Inizi a cambiare il suo giro vita così vede che riuscirà a camminare.
Le donne di un certo peso, con delle porchette ai posto dei piedi, non si rassegnano mai!
Vogliono a tutti i costi sandali con il laccetto intorno alla caviglia.
“Signora non posso venderle dei sandali da schiava”
“Perché…io voglio delle scarpe alla moda, non da vecchia!”
“Ma si prenda piuttosto due schiavi e si faccia portare in braccio!”
“Ma c’è il battesimo di mio nipote come faccio?”
“Cambi religione!”
Nonostante fosse un negozio di articoli sportivi, i nostri clienti medi erano anziani che venivano a ballare a ‘Festa in Piazza’, il programma di Antenna 3, la rete televisiva che stava di fianco a noi.
Per anni ho sentito dal magazzino suonare l’orchestra di Tonino e le canzoni della scuola ‘Latin Dance’ di Sant’Angelo Lodigiano.
Carovane di vecchi razzisti, vestiti da capodanno, provenienti dalle valli bergamasche, che passavano ore in negozio prima che iniziasse la registrazione.
“Signora ha bisogno?”
“No, sto aspettando che inizi la trasmissione, anzi avete mica un frigo bar?”
“No guardi per legge non possiamo dare da bere a nessuno”
“Ma io ho sete!”
“Facciamo così io le porto la mia bottiglia d’acqua ma non dica niente a nessuno!”
“Posso a bere a garganella?
“Beh…facciamo che gliela regalo!”
“Che gentile che sei…ora vado a cambiarmi!”
Ebbene sì ho visto culi avvolti in calze coprenti cambiarsi dietro lo stand della Nike!
“Signora ma si sta spogliando?…Vada in bagno!”
“Ma no, faccio subito! Devo solo mettere la gonna ghepardata!”
“Vorrà dire leopardata?”
“No, è di ghepardo di Clusone!”
Spesso passava anche Maurizio Mosca che registrava ad Antenna 3 le sue trasmissioni sul calcio.
Lo voglio ricordare così:
“Buon giorno signor Mosca aveva bisogno?”
“Vorrei delle maglie dell’Inter, della Juve e del Milan”
“Guardi sono giù al terzo piano…in fondo a destra se vuole c’è l’ascensore”
Dopo un’ora ritrovavo il presentatore perso in magazzino in stato confusionale.
“Signor Maurizio che ci fa qui?”
“E’ un’ora che giro ma non riesco a trovare le commesse”
“Questo è un magazzino, deve prendere l’ascensore!”
“Non trovo la mia dentiera”
“Ma che c’entra? Comunque ce l’ha nel taschino della camicia…credo”
“Bravo ragazzo non è che me le vai a prendere tu le maglie e poi me le autografi?”
“Devo firmarle con il mio nome?”
“No! Devi scrivere i nomi dei giocatori, così poi le regalo in diretta agli spettatori”
Gli altri nostri clienti abituali erano i tamarri di periferia.
Teppisti della moda che accostavano il marrone con il nero e con le calze di spugna ingiallite sul tallone.
“Scusami il colore ma non mi sono lavato i calzini”
Figurati impestami il negozio con il tuo odore di acqua stagnate dei fiori del cimitero e impara l’italiano!
“Avete le calze che si vedono e non si vedono?”
“Vuoi dire i fantasmini?”
“Bravo quelle che spariscono quando le metti?”
Ma diamo un nome nuovo alle marche…
“Ragazzino avete le Gheoz? Le scarpe che sfiatano?
“Geox vorrà dire?”
“Sì bravo le Geol”
“Con la X signora!”
“Xeox?”
E’ inutile correggere chi non vuol sentire!
“Scusi scarpe con lo strip?”
“Signora, io non faccio certe cose, ma al piano di sotto c’è un palo, se vuole strusciarsi”
“Avete dell’hashish?”
“Guardi le mie colleghe ne fanno uso, magari se fa in fretta riesce a farsi due tiri di canna”
“Ma io volevo le scarpe”
Indovinate qual è la marca misteriosa e scrivetela qui sotto.
Fine secondo volume.
Il Portinaio
6 commenti
la cozza
mein gott, ma perchè non ci siamo ancora estinti?
Non mi chiamo Candy (Silvia)
Voglio il terzo volume subito!!!
Anche una mia cliente tempo fa mi chiese dell’acqua, ma la domanda fu così:
“Che faccio bevo a GARGAMELLA?” (naturalmente in siciliano)
E io:
“Si signora basta che mi lascia tutti i puffi, li uso come schiavi per pulire gli scaffali”.
Panga
Gabry, mi fai troppo scompisciare…anche iovoglio andare a ballare a festa in piazza!
EMMA MELLONE
SPIRITOSO ED EFFICACE COME SEMPRE.
MI E’ PIACIUTO, GABRIELE, GRAZIE.
Portinaio
Al primo colpo bravissima!!!
Sobjective
Ma asics ovviamente! 🙂 Comunque ne approfitto per avvertire di stare attenti alle suonerie regalate gratis perché Dada, un paio di anni fa mi ha inviato una suoneria gratis sul cell e accettandola ho fatto scattare un abbonamento “silente” che mi è costato in meno di 2 anni 400 Euro… qualche mese fa ho visto il Presidente dell’Ordine dei Consumatori su Striscia che ne parlava… quindi attenzione! Detto questo, il tuo post è molto simpatico, visto il mio peso che da istruttrice di aerobica mi ha trasformata in palla per gli esercizi di aerobica dovrei sentirmi un po’ colpita però ti do ragione. Non per l’estetica ma per la salute.