BASTA IL PENSIERO
Si avvicina il Natale.
Mia madre freme per il pranzo e inizia con le solite domande.
“Cosa faccio?”
“Vorrei le crespelle coi funghi porcini e la besciamella e il tacchino ripieno di castagne e ribes”
“Ma poi tuo padre finisce dritto in bagno”
“Allora linguine allo scoglio con panettone gastronomico e marroni caramellati”
“No! Lo sai che tuo padre è diabetico”
“Pasta al pesto?”
“Ok!”
Quello che temo di più non è cosa cucinerà mia madre, ma il regalo di mia cugina!
E’ tanto carina perchè si ricorda sempre di me.
E’ vero basta il pensiero, ma se il suo è “di merda” io non posso farci nulla!
In ordine sparso ecco i regali degli ultimi anni.
“Tieni cuginetto, ti ho regalato un profumo…spero che ti piaccia”
Ma cazzo devo ancora aprirlo!!!
C’è questa cosa che la contraddistingue: prima che tu scarti il pacchetto tanto agognato, lei ti dice già cosa troverai, la provenienza, il colore e qualche volta anche la data di scadenza.
L’anno del profumo si era dimenticata di dirmi che era riciclato, dentro c’era ancora il biglietto di auguri per lei.
Tre anni fa mi ha comprato una felpa verde, con tutte le borchie. Peccato che il cinese che gliel’aveva venduta non l’aveva avvertita che era fatta di uranio impoverito.
Le clip delle borchie mi graffiavano i gomiti e rilasciavano polveri di ruggine, ma soprattutto la taglia non coincideva con il cartellino. Mai vista una XL arrivare all’ombelico!
XL?? Come ha osato!!!
Perchè mia cugina è così: ereditiera, miliardaria, dedita al culto del corpo. La vedi camminare per il mercato in cerca delle super offerte e per farsi guardare dai fruttivendoli pakistani.
Lei dice che è umile, semplice e genuina. Forse dovrebbe ammettere che è anche tirchia.
Mia madre ha ricevuto per due anni di seguito un portachiavi con delle perle e dei cuori d’argento. Ottimi per la regalata “trash” fra gli amici.
Mio padre ha una collezione di sciarpe grigie che dopo un lavaggio diventano carta vetrata. Però sono grigie è stanno bene con tutto! Anche di fianco al portaombrelli. 😛
Qualche anno fa pure io ho ricevuto una sciarpa, talmente grande e sintetica che l’ho usata per costruirmi una tenda-campo ignifuga.
“Quest’anno è l’anno del verde. Ti ho preso un caldissimo pile da Decathlon. L’ho comprato anche io!”
“Me lo fai vedere?”
“Adesso è da lavare”
“Nella cesta della biancheria?”
“No! In lavanderia”
Mi sento così fortunato a non far parte della sua famiglia, non perchè siano borghesi o anaffettivi, ma per quello che si regalano a Natale!
L’anno scorso mia cugina ha ricevuto da sua madre un piumino bianco di Pierre Cardin con collo tempestato di paillettes e cintura in vita.
Pierre Cardin pensavo facesse solo porta monete per i fustini del Dixan e invece pare che venda ancora.
Sotto l’albero c’erano anche un paio di guanti tagliati sulle dita, un deodorante della Borotalco, un reggiseno di Intimissimi, dei jeans di dubbia provenienza che viravano dal nero al bordeaux.
Quando ho visto il libro di Bruno Vespa ho abbandonato il Pandoro Melegatti sul piatto e sono fuggito.
“Non scappare! Guarda che si usa il bordeaux! Fattene una ragione!”
A volte sono anche obbligato ad aprire i regali in anteprima, perchè nel caso non mi piacessero potrei ricorrere alla “seconda scelta”.
Drin drin
“Figlio mio è arrivato il regalo di tua cugina! Puoi venire a casa ad aprirlo?”
“Ma non è Natale!”
“Però mi ha detto che devi provarlo. E’ enorme!”
“Un costume da Palombaro?”
“No peggio!”
“La coperta pile da indossare sul divano?”
“No peggio!”
“E’ un quiz?”
Bastava dire un giubbino stile college americano nero con le maniche arancio scamosciate e la scritta a caratteri cubitali Dolce (sulla manica sinistra) & Gabbana (sulla manica destra). Con la seconda B che si scollava.
Al mio arrivo ho staccato subito la B solo per sentire mia madre che diceva “Pensavo disegnassero cose più carine Dolce Otto Gabana”
Ahahahahahahhaah!
Drin drin
“Cuginetto ti è piaciuto il mio regalo? Ho pensato a te quando l’ho visto!”
“Ti ringrazio ma non è proprio il mio genere”
“Come? A te piacciono le marche!”
“No! Veramente è a te che non piacciono perchè costano troppo!”
“Vuoi che lo cambi?”
“Beh se ci fossero le scarpe della Reebok di Gizmo”
“E’ uno stilista?”
“O_o
L’avessi mai detto! Mi ha portato in una via desolata alla periferia di Milano con delle prositute nigeriane vestite meglio di lei.
C’erano gomme bruciate, preservativi e un garage.
All’improvviso è apparso un camorrista che ha tirato su la clere e ci ha mostrato la più grande collezione al mondo di giacche, giubbini e cappotti contraffatti.
Cristo dove mi ha portato!
“Li vende sotto banco! Sono rubati dai camion”
“Questa è una leggenda urbana!”
“No! E’ vero!”
“Hai mai visto su un giornale un giubbino di Prada nero con il logo oro grosso come una padella antiaderente sulla schiena?”
Non avevo il coraggio di entrare, per paura di un blitz della finanza.
Già vedevo i titoli dei giornali “Sciatti e spilorci comprano regali di Natale in un garage gestito dalla mafia calabrese”.
Una meretrice ha cercato di abbordarmi.
“Capo mi paga per avvertire se arrivano carabinieri”
“Interessante!”
“Non piace vestiti suoi?”
“Non sono il mio genere”
“Ma quelli originali costare tanto”
“A me va bene anche un cd di Jovanotti”
Dopo 5 minuti ho deciso di abbandonare la rustica boutique scoprendo che aveva speso 60 Euro per quella taroccata.
Il suo fidanzato ha cambiato il mio giubboto per una giaccavento della Stone Island grigia catarifrangente e un piumino della Moncler fatto con gli avanzi delle piume di pollo dell’azienda Amadori.
Io mi sono preso insulti di ogni tipo. Da “snob borghese” a “testa di cazzo non ti va mai bene niente”.
Siamo finiti in un outlet e sono stato obbligato a prendere una maglietta da 13 Euro.
Ho fatto risparmiare a mia cugina 47 Euro che ha reinvestito per il regalo dell’anno dopo.
Uno stereo “superfigo moderno” della Majestic, che non ha il lettore cd e non legge gli ipod!
Il Portinaio