ALLA CORTE DELL’IMPERATORE DI TOKYO
Oggi è deciso: niente compere!
Si va a bussare alla principessa Masako, all’East Garden Imperial Palace.
Che se lo scrivevano più lungo forse non lo capivamo.
Sul treno per la stazione di Tokyo sembrava di stare non sulla via della seta ma quella degli appestati: starnuti a destra, scatarri a sinistra!
La Piera aveva di fianco uno con la faccia di E.T. che giocava con la Playstation. Ad un certo punto ha starnutito sul monitor e si è messo a giocare con il moccio. Oggi le spalline della Piera sono fatte di bava!
Poi c’erano due morosini seduti di fronte a noi che si annusavano le dita. Siccome in Giappone è usanza andare a fare l’amore nei motel, non oso immaginare cosa si odoravano!
Ah, volete sapere di Patrick? Lui ci accoglie sempre con “Buongiorno come stai” e stamattina mi ha chiesto se avevo il profumo di Dolce e Gabbana.
G: “???? Do you like Dolce e Gabbana? My parfume is White Musk”.
Mica potevo dirgli che erano i Coloniali da 3 euro presi da Bolle di Sapone in viale Zara. Come lo traducevo? Beh, resta il fatto che a lui non piace il profumo. Forse se lo usasse un po’ anche lui saremmo tutti più contenti!
Dopo essere usciti per andare alla stazione, sono dovuto tornare in casa a prendere una cosa e, subito come un falco, ha iniziato a parlarmi. Ma io, piuttosto che rispondergli, sono scappato dalla finestra saltando sui tetti come “Occhi di Gatto”!
Ritorniamo sul treno.
Due bambine cercavano di ripetere a memoria i nomi delle stazioni del treno, urlavano come delle galline e se la ridevano. Fastidiose come la cicca sotto le scarpe. Ridi, ridi. Poi il treno ha frenato e una ha preso una testata! Quando si è rialzata aveva già il cerotto! Come nei cartoni animati.
I sedili dei treni si scaldano talmente tanto che il primo giorno io e la Piera ci siamo guardati e abbiamo detto la stessa cosa:
P/G: “Ma tu non senti il culo caldo?”
Ci siamo ritrovati: io con l’emorroidi bollite e lei con il salvaslip che sembrava una bustina del tè!
Mi fanno sempre più ridere i nomi dei negozi in giro per la città: negozi di scarpe “ Gennaro”, “Aria Nuova”, “Rosa la Vacca”, ecc.
Attenti, siamo arrivati al palazzo imperiale!
Si manifesta la “Principessa di Odolo”, che vuole essere ricevuta da sua maestà.
Io voglio solo portare a Masako, la principessa, dei Prozac. Pare sia depressa perché è sempre chiusa in casa con sua figlia, ed esce pazza perché non ha tutti i portachiavi della Piera!
Mia-san mi ha detto che è nato il figlio del fratello minore del principe e, siccome lui è maschio, potrà diventare imperatore. Masako quindi è dispiaciuta che sua figlia farà la portinaia all’East Imperial Garden Oviesse e io vorrei aiutarla. Magari posso darle il mio sonnifero, che negli effetti collaterali ha: guidare in stato di sonnolenza, sonnambulismo e fare sesso con amnesia. Che sia la volta buona che esce senza chiedere permesso!
Mentre io giravo per il giardino, la Piera sbavava perché non c’era un portachiavi a forma di palazzo imperiale.
Ai tempi della grande bolla, ovvero quando i prezzi degli immobili erano alle stelle, pare che il palazzo imperiale costasse come la California. A quei tempi la Maison di Odolo valeva come il Canton Ticino!
A noi i grattacieli non ci affascinano per niente, così impersonali, vuoti e antiestetici per il cielo e per la mente.
Quindi prendiamo baracche, portachiavi e burattini e torniamo a Shinjuku, perché col treno devi sempre partire da lì, come a Cadorna o Garibaldi.
A Shinjuku, oltre ad esserci il quartiere porno, c’è anche la sede del governo. Due grattacieli bellissimi progettati da Kenzo Tange, alti 45 piani!
L’osservatorio all’ultimo piano è spaventosamente pieno di gadget! Ahahahahah…
Ebbene sì, ci sono due negozi di giocattoli che vendono di tutto, persino le bambole vestite da palazzo del governo. Non ci posso credere! Come vedere Barbie vestita da Colosseo o da grattacielo Pirelli.
Lady Disturbia non poteva farsi mancare lo shopping al 45° piano!
Vista mozzafiato, comunque, e orecchie tappate.
Alle 18e30 c’è venuta una fame pazzesca e siamo corsi subito dai baracchini. Prima ci siamo mangiati la soba a 400 yen poi gli yakitori. Ma la svunciona del bugigattolo (come li chiamiamo noi) secondo me ci ha fregati: 2800 yen per 5 spiedini grossi come stuzzicadenti!
Fottuta bastarda, sai quante calze e portachiavi ci compravamo con quella cifra!
Le vie, si sa, non esistono a Tokyo e per trovare qualcosa dobbiamo sempre andare sul sito del negozio o del palazzo che ci interessa, disegnarci la mappa e cercarlo in quel marasma di città.
Ma questa sera non ce l’abbiamo fatta e siamo tornati stanchi a casa.
La spesa di stasera consiste in: biscotti, caramelle, yogurt, caramelle, sigarette, caramelle!
A fine del mese la Piera sarà in coma diabetico e mi ha chiesto di mettere in ordine i suoi portachiavi sull’albero di magnolia alla Maison di Odolo.
Ultima cosa.
La nostra valigia è come la nostra spesa quotidiana, non ha niente di consistente: 40 magliette e una felpa. Quindi abbiamo deciso di andarci a prendere da Uniqlo (l’H&M giapponese) un maglione o una felpa perché ormai le nostre camminano da sole e fanno compagnia ai nostri coinquilini.
In più mi si è rotta la zip del giubbino nuovo che ho preso sotto casa a Milano. Appena torno vado dalla commessa e gli spacco le vetrine!
Io gelo, la Piera è raffreddata ma il Pisello resta al caldo!
Mata ne!
Il Portinaio